Oggi si festeggiano i 35 anni dalla caduta del Muro di Berlino, un momento che ha segnato profondamente la storia e che continua a farci riflettere. In tutta la città si svolgeranno eventi e celebrazioni che attireranno tantissime persone di tutte le età, unite per celebrare la libertà.
In particolare sarà creata un’installazione: lungo quello che era il circuito del Muro, saranno disposti striscioni e manifesti storici e attuali che inviteranno a riflettere sul significato della caduta di questo simbolo della Guerra Fredda.
Il sindaco di Berlino, Kai Wegner, presentando il programma della celebrazione del 9 novembre, ha rimarcato l’importanza di questo anniversario, “affermando che la caduta del Muro rappresenta un simbolo della volontà di libertà che non può mai essere soppressa. Questo messaggio, secondo il sindaco, è ancora attuale e può essere collegato alle manifestazioni odierne per la democrazia”. [da “35 anni dalla caduta del Muro di Berlino: un’installazione celebrativa fra passato e presente”, IlMitte.com]
Il Muro, eretto nel 1961, ha separato per decenni famiglie e amici, diventando il simbolo dell’oppressione esercitata sui popoli dal regime comunista. A partire dalla metà degli anni ’80, la Repubblica Democratica Tedesca (DDR) entrò in crisi: migliaia di cittadini cominciarono a protestare contro il regime, chiedendo libertà di espressione e movimento, ispirati anche dal clima di cambiamento che attraversava l’Europa e che si era concretizzato con la nascita in Polonia di Solidarnosc, movimento operaio di opposizione, e, nell’Unione Sovietica, con la nuova politica di riforme varata dal presidente Michael Gorbacev. Quando, finalmente, il 9 novembre 1989 le autorità della Germania dell’Est annunciarono l’apertura dei confini, migliaia di persone si riversarono verso il muro, abbandonandosi alla gioia. Tra di loro c’era anche David Sassoli, allora giovane giornalista, futuro Presidente del Parlamento europeo, immortalato in una foto mentre partecipava attivamente, col piccone, all’abbattimento del muro. La sua figura rappresenta non solo la speranza di un’epoca in cui si credeva nella possibilità dell’esistenza di un’Europa unita grazie ai comuni valori della libertà e della democrazia, ma anche il potere della libertà di espressione.
Oggi, nelle diverse piazze di Berlino, ci saranno mostre e attività artistiche che racconteranno le storie di chi ha vissuto la divisione. Questi eventi non solo commemorano il passato, il momento in cui una rivoluzione pacifica ha posto fine alla separazione coatta della Germania in due Stati (e quindi alla separazione dell’Europa in due blocchi), ma servono anche a ispirare le nuove generazioni, richiamando l’attenzione sull’importanza della libertà e della solidarietà fra le nazioni. Le testimonianze di chi è riuscito a scappare o ha lottato per la libertà saranno strettamente intrecciate ad opere d’arte che evocheranno speranza e unità.
L’attuale conflitto tra Russia e Ucraina ha riacceso, purtroppo, timori e preoccupazioni, mettendo in discussione decenni di pace e stabilità in Europa. La guerra ha portato con sé un senso di delusione, spezzando le speranze che molti giovani europei nutrivano per un futuro di pace e collaborazione.
In questo contesto, oggi, 9 novembre, non si parla solo del passato, ma anche del presente e del futuro. Berlino ci ricorda che la libertà non è mai scontata e che spetta a noi combattere per essa. Oggi è un giorno per ricordare, riflettere e rinnovare il nostro impegno per la libertà e l’unità. La caduta del Muro di Berlino ci insegna che, anche di fronte alle difficoltà, la volontà collettiva può superare le barriere. È un monito che non possiamo dimenticare mentre ci prepariamo a costruire un futuro migliore insieme.
Ida Mariolo
I giovani europei sono la nostra speranza per una pace lunga e duratura.