La Sicilia ogni anno attira milioni di turisti, affascinati dalle sue rinomate spiagge e città vivaci, ma questa terra custodisce un patrimonio nascosto e silenzioso: i paesi fantasma.
Un tesoro prezioso da custodire e valorizzare, che ci permette di rivivere il passato e di riflettere sul futuro.
Andiamo alla scoperta dei paesi fantasma in Sicilia.
BORGO GIACOMO SCHIRÒ
Borgo Giacomo Schirò fu fondato alla fine degli anni trenta durante il regime fascista con l’obiettivo di far vivere dei contadini con le loro coltivazione vicino a dei borghi per evitare che persone emigrassero e abbandonassero i loro campi.
Borgo Schirò ebbe la sua fase di splendore intorno agli anni quaranta-cinquanta, nel 1942 il borgo avrebbe dovuto subire un ampliamento di edifici e locali con l’aggiunzione di uffici,officine, un ambulatorio ed un veterinario ed infine degli alloggi ma questa cosa non fu possibile a causa della guerra.
Dal 1948 al 1965 ci furono continui interventi di manutenzione straordinaria per la riparazione di danni causati da guerriglia durante la guerra. Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta iniziò lo spopolamento del borgo che piano piano si avviò verso la sua fine, intorno agli anni sessanta il borgo acquisì un’aria surreale con le ultime persone rimaste.
L’ ultima persona ad abbandonare il borgo fu un parroco che se ne andò in un’altra parrocchia per i continui saccheggi. Oggi borgo schirò è una piazza deserta circondata di abitazioni abbandonate.
POGGIOREALE
Poggioreale, il più grande “paese fantasma” dell’Isola, si trova in provincia di Trapani . Fondato nel 1642 dal marchese Francesco Morso , il paese fu colpito dal terremoto del ’68 che colpì la valle del Belice, nel cuore della Sicilia occidentale.
Oggi rimangono in piedi soltanto le facciate, con le loro inferriate barocche e le vecchie maioliche, a formare un dedalo di edifici. Le scalinate, consumate dal tempo, sembrano ritagliate con le forbici su un foglio di carta. I ruderi testimoniano il dramma vissuto 57 anni fa: il terremoto che portò paura, fuga e abbandono. Questi resti raccontano il distacco di un’intera comunità, lasciando un’impronta malinconica di ciò che fu un tempo un paese vivo e pulsante.
Oggi Poggioreale è uno dei borghi più suggestivi della Sicilia, il fascino decadente delle strade deserte e degli edifici in rovina ha fornito uno sfondo perfetto per pellicole come “L’Uomo delle Stelle” di Giuseppe Tornatore, “Malena” e la celebre serie “La Piovra”. Questi film hanno valorizzato l’unicità di Poggioreale, rendendolo un luogo evocativo che amplifica il senso di abbandono e nostalgia, perfetto per raccontare vicende cariche di emozioni e significato.
VILLAGGIO SCHISINA
Nei pressi di Francavilla di Sicilia in provincia di Messina si trova il villaggio Schisina composto da 7 borghi abbandonati, in fila uno dietro l’altro, nei pressi di Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina. Si chiamano Borgo Schisina, Borgo San Giovanni, Bucceri-Monastero, Pietra Pizzuta, Malfìtana, Piano Torre, Borgo Morfia. Questi villaggi furono fondati dalla Regione Siciliana nel 1950 nell’ambito dei progetti di riqualificazione dell’allora Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (Eras) con lo scopo di adibirli ad abitazioni per i contadini assegnatari delle terre circostanti facenti parte di ex latifondi.
Il complesso prende il nome dal primo villaggio, lo Schisina, costruito come villaggio centrale, il più grande dei villaggi. Nel villaggio di Schisina furono girate alcune scene del film “L’avventura” di Michelangelo Antonioni
CUNZIRIA
Cunziria, ex borgo di conciatori vicino Catania, era fiorente fino al XX secolo ed è stato abbandonato in seguito alla concia industriale, ai mutamenti economici e ai conflitti mondiali. Set di rappresentazioni teatrali e film, tra cui le storie di Giovanni Verga, Cunziria è un luogo suggestivo, un esempio di archeologia industriale ottocentesca, un piccolo borgo costituito da circa quaranta edifici con al centro una chiesetta dedicata a Sant’Eligio che pare risalga all’epoca romana.
Il luogo é di grande suggestione grazie al suo decentramento all’interno di una vallata aperta con lo sfondo degli altipiani ricoperti da manti di fico d’india.
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