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AMBIENTE

LA GIORNATA MONDIALE DELLE FORESTE, IL POLMONE VERDE DEL PIANETA

Immagine in evidenza di Gabriele Cataldi

Il 21 marzo è stata la giornata mondiale delle foreste dedicata alla loro tutela, perché le foreste ci permettono di respirare proprio grazie alla fotosintesi degli alberi che trasformano l’anidride carbonica in ossigeno. Purtroppo le foreste non hanno la giusta considerazione da parte dell’uomo, infatti i 36 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO₂), immessa ogni anno nell’atmosfera, causati dalle attività umane, hanno ad oggi portato all’aumento di circa 1,1°C della temperatura media globale, rispetto al periodo preindustriale.

Per quanto l’uomo possa adoperarsi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, non sarà possibile limitare il riscaldamento globale a +1,5 °C entro metà del secolo – come previsto dall’Accordo di Parigi – senza preservare la capacità delle foreste e di altri ecosistemi naturali, come savane e zone umide, di assorbire ingenti quantità di COdall’atmosfera.

Molte le iniziative per prevenire il surriscaldamento  come l’analisi dell’impatto dei consumi sui sistemi naturali, realizzato in vista di Earth Hour o la mobilitazione globale del WWF per la natura e il clima che, il 26 marzo alle 20.30, ha invitato tutti a spegnere un’ora le luci come gesto simbolico per un futuro più sicuro, giusto e sostenibile. Questi buoni propositi vengono però ostacolati quando le foreste o altri ecosistemi vengono distrutti perché parte della CO2, assorbita dalle foreste tramite la fotosintesi, viene riemessa in atmosfera, quando gli alberi vengono tagliati.

Tutelare foreste e altri habitat è indispensabile per il futuro dell’umanità, della biodiversità e dell’intero Pianeta, e ognuno di noi può contribuire.  Secondo il report del WWF dai dati Di alcune fonti, quasi il 90% della deforestazione a livello globale è dovuto all’espansione dell’agricoltura. Gli allevamenti di bovini insieme alle coltivazioni di palma da olio, soia, cacao, gomma, caffè e legno sono stati responsabili del 57% della deforestazione connessa con l’agricoltura tra il 2001 e il 2015, portandoci via un’area di foreste grande quanto la Germania.

L’Unione europea risulta essere il secondo maggiore importatore al mondo di questi prodotti, generando con le sue abitudini di consumo enormi impatti sulle foreste tropicali di tutto il Pianeta, ma anche su praterie, zone umide, savane e tutti quegli ecosistemi ricchi di biodiversità che vengono distrutti per fare spazio a coltivazioni, piantagioni e pascoli. Nel solo 2017, l’Ue ha causato il 16% della deforestazione associata al commercio internazionale di materie prime. Proprio per questo dovremmo pensare all’ambiente, ci stiamo autodistruggendo senza rendercene conto.

Stiamo letteralmente “mangiando” le foreste del Pianeta, amplificando così i danni del cambiamento climatico che invece potremmo mitigare proteggendo gli ecosistemi naturali e ripristinando quelli degradati.

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