Il lavoro minorile è un fenomeno che coinvolge 160 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni e quasi la metà di loro, 79 milioni, sono costretti a svolgere lavori duri e pericolosi, che possono danneggiare la loro salute ed il loro sviluppo psicofisico.
Si tratta di una forma di sfruttamento inaccettabile, perché mette a rischio i diritti fondamentali di bambine, bambini e adolescenti, negando loro la possibilità di studiare e di crescere in maniera sana.
L’Italia non è affatto immune da questa piaga: sebbene la legge italiana vieti il lavoro minorile e l’Unione Europea abbia adottato politiche rigorose in merito, il fenomeno continua a manifestarsi, sebbene in forme più nascoste e spesso legate a settori informali e marginali. Nel nostro Paese i minori sono sfruttati soprattutto nel lavoro domestico, nell’agricoltura, nell’edilizia e, più recentemente, in settori come la ristorazione e il commercio.
Il lavoro minorile è spesso contemporaneamente causa ed effetto del fenomeno della dispersione scolastica: i minori che lavorano prima del compimento dei 16 anni, infatti, svolgono spesso attività giornaliere, in orari che coincidono con la frequenza scolastica, il che provoca assenze ripetute e limita il tempo dedicato allo studio. Ciò porta a risultati scolastici scadenti e, in molti casi, all’abbandono della scuola.
Le cause alla base di questo fenomeno sono molteplici: la povertà, l’emarginazione sociale, la deprivazione culturale delle famiglie e l’assenza di politiche efficaci per combattere il lavoro nero. Inoltre, l’Italia è un paese di transito e destinazione per molti migranti e ciò ha amplificato l’esposizione dei minori a forme di sfruttamento, anche attraverso organizzazioni criminali.
Molte organizzazioni internazionali, ONG, istituzioni scolastiche e politiche stanno lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica e fornire un adeguato supporto ai minori coinvolti, in modo da garantire loro una vita dignitosa, lontana dallo sfruttamento lavorativo.
Nel contesto globale, dunque, anche il nostro Paese deve impegnarsi ulteriormente per combattere il lavoro minorile, affrontando le sue cause strutturali e favorendo l’accesso all’istruzione e a buone opportunità di crescita per tutti i bambini.
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