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Un passo contro l’omotransfobia: la legge Zan

ATTUALITA'

Da tanti anni ormai conosciamo le battaglie della  comunità LGBT+, che  lotta per sconfiggere l’odio e le discriminazioni di cui è vittima. A novembre dell’anno scorso si è finalmente presentato un disegno di legge, che condanna gli atti di odio e le discriminazioni fondate sul sesso, sull’orientamento sessuale e sul genere, nonché l’istigazione a commettere tali atti; dal nome del relatore, viene definito legge Zan. E’ interessante notare che, nell’elaborazione e revisione del testo, si è proceduto anche a fare chiarezza sul piano terminologico, specificando  che “per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.

Ma quali sono le sanzioni penali previste da  questo Ddl? Le pene prevedono la reclusione fino a un anno e 6 mesi e una multa fino a 6.000 euro, per chi istiga o commette atti di discriminazione contro gli orientamenti citati nella legge; fino a quattro anni di reclusione, per chi partecipa ad organizzazioni, associazioni,  movimenti,  gruppi che hanno lo scopo di incitare alla discriminazione e alla violenza negli ambiti citati dalla legge. Inoltre, si indica il 17 maggio come giornata nazionale contro l’omofobia, dedicata alla promozione del rispetto e dell’inclusione, nonché al contrasto dei pregiudizi, dell’odio e delle discriminazioni; si stanziano anche 4 milioni di euro all’anno per i centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, e anche vitto e alloggio, alle vittime dei reati di odio e discriminazione. Infine, le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione nei confronti di questo tipo di esclusione sociale.

La legge è stata avversata dalle forze politiche della Destra italiana, che l’hanno ritenuta “non prioritaria” e potenzialmente pericolosa per la libertà d’espressione. Dopo l’approvazione alla Camera, dunque, il provvedimento è stato bloccato al Senato, mentre nel Paese si è scatenato un acceso dibattito, cui hanno preso parte, oltre a politici ed opinionisti, anche personaggi della musica e dello spettacolo, particolarmente seguiti dai giovani. Il cantante Fedez sui social ha affrontato il tema insieme con lo stesso relatore, Alessandro Zan; l’opinione del popolare rapper è che “la legge contro l’omotransfobia non toglie diritti a nessuno, ma li dà a chi non ne ha”. Fedez ha pertanto invitato a firmare la petizione al Presidente della Commissione di Giustizia del Senato, con la quale si chiede  di calendarizzare la discussione in aula.

Ci si augura che il Parlamento possa finalmente licenziare un provvedimento molto atteso, che potrebbe contribuire a diffondere la cultura del rispetto e della tolleranza.

Mariachiara Iride

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