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The real Hallowe’en

CURIOSITA'

State attenti, stanotte: è la vigilia di Ognissanti ed è la notte delle streghe e dei fantasmi!

Il 31 ottobre infatti si festeggia Hallowe’en, una ricorrenza di origine anglosassone che dagli USA e dall’Inghilterra si è diffusa ed è diventata molto popolare in molti altri Paesi, compresa l’Italia.

Nonostante il nome moderno lo colleghi alla festa di Ognissanti (Hallowe’en deriva da All Hallow’s Eve che in inglese antico significa “vigilia di Ognissanti”), l’origine di Hallowe’en non è legata alla religione cristiana, ma a un’antica festa celtica che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Veniva, dunque, sottolineato un momento di passaggio durante il quale, secondo i Celti, era possibile che il mondo dei morti entrasse in comunicazione con quello dei vivi: ecco quindi che la festa diventava un’occasione per onorare i morti.

Quest’ultimo aspetto collega Hallowe’en alla siciliana “Festa dei Morti” che è però meno spaventosa (non sono presenti le streghe che proprio nella notte di Hallowe’en, secondo la leggenda, organizzano i loro raduni) e caratterizzata da quello che lo scrittore Andrea Camilleri chiamava “il filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci” ha “preceduto” (A.CAMILLERI, “Il giorno che i morti persero la strada di casa”).

Ma come si festeggia Hallowe’en in Inghilterra?

E’ innanzitutto un’occasione per divertirsi che coinvolge tutti i membri delle famiglie, sia gli adulti sia i bambini.

Gli adulti si dedicano alla preparazione di dolci terrificanti a forma di dita o occhi, di cupcake alla nutella, alla crema di burro o alla crema di limone, spesso a forma di pipistrelli o di serpenti, animali collegati all’oscurità. Ma soprattutto si impegnano con grande serietà nella decorazione della propria abitazione che viene addobbata con ragnatele, serpenti e streghe collocate sui tetti: nei vari quartieri, infatti, le famiglie fanno a gara per creare la casa più spaventosa!

I giovani, invece, vestiti con costumi spaventevoli, vanno in giro di casa in casa, ponendo la domanda “Dolcetto o scherzetto?” (“Trick or treat?”) e ottenendo in cambio delle caramelle.  Chi indossa il travestimento migliore di solito ne riceve di più, ma alla fine della serata i ragazzi mettono in comune tutte le caramelle raccolte e se le dividono fra di loro.

La consuetudine di andare per le case a chiedere i “dolcetti” nasce da un’usanza medievale: il giorno di Ognissanti i mendicanti chiedevano l’elemosina, promettendo in cambio di pregare per le anime dei defunti dei loro benefattori in occasione della festa dei morti, il 2 novembre. L’uso di travestirsi invece si collega al mondo dei Celti i quali si vestivano con pelli di animali per allontanare gli spiriti maligni che si risvegliavano nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Ciò dimostra che la festa di Halloween è il risultato della sovrapposizione di tradizioni e leggende di epoche differenti.

La sera del 31 ottobre non si conclude con la raccolta delle caramelle, ma continua nelle case dove si organizzano tanti giochi: uno è l’apple bobbing che consiste nell’appendere a un filo una mela che deve essere morsa senza usare le mani. Vince chi riesce a mordere il frutto prima degli altri. Un altro gioco molto frequente è la caccia al tesoro: in vari angoli della casa e del giardino vengono nascosti dei “mostriciattoli” che devono essere trovati dai giocatori. Chi riesce a scovarne di più è il vincitore.

Spesso Hallowe’en viene criticato, sottolineandone l’aspetto consumistico o il collegamento con il mondo della magia, ma in realtà l’Hallowe’en degli Inglesi, il vero Hallove’en, è una ricorrenza allegra che permette alle famiglie di trascorrere insieme alcune ore piacevoli sia durante i preparativi per la festa sia durante la serata del 31 ottobre che diventa anche un’occasione per divertirsi con gli amici e per consolidare i rapporti coi vicini.

Con questo spirito, dunque, buon Hallowe’en a tutti!

di Alessandro Galletti

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