Storia del tatuaggio
Il tatuaggio è una pratica antichissima di oltre 5000 anni. Ad esempio nell’antico Egitto i corpi delle danzatrici erano tatuate e anche su alcune mummie femminili. I Celti invece adoravano gli animali e in segno di devozione li tatuavano sulla pelle. Nell’antica Roma, invece, il tatuaggio era vietato e usato esclusivamente per marchiare criminali e condannati; successivamente, dopo le battaglie con gli inglesi che amavano tatuarsi, alcuni soldati romani cominciarono a tatuarsi. I primi cristiani usavano proclamare la loro fede tatuandosi la croce di Cristo sulla fronte, ben presto l’uso fu proibito. Anche durante le crociate i crociati portavano il marchio della Croce di Gerusalemme per far sì di ricevere un’appropriata sepoltura in caso di morte. Per diversi secoli questa pratica sparì, ricomparve nel diciottesimo secolo quando i marinai europei vennero a contatto con le popolazioni indigene del sud Pacifico. Nel Borneo, ad esempio gli indigeni si tatuavano un occhio sul palmo della mano come guida spirituale per per essere aiutati nel passaggio all’aldilà. Grazie agli appunti di Cook sappiamo che uno dei metodi usati dai tahitiani per tatuare era una conchiglia affilata attaccata un bastoncino. Anche Maori, popolazione indigena neozelandese, usavano i moko, tatuaggi facciali personalizzati ancora oggi usati. In Giappone il tatuaggio fu praticato dal quinto secolo a.C. sia a scopo estetico che magico e per marchiare i criminali. Tuttavia nel 1870 il governo abolì la pratica del tatuaggio ritenuta sovversiva ma continuò ad esserci di nascosto. La prima macchina elettrica per tatuare fu inventata da Samuel O’reilly. A partire dagli anni ‘70 e ‘80 il tatuaggio viene adottato come simbolo di ribellione dai punk e oggi vive un momento di grande rinascita. La moda dei tatuaggi oggi è molto seguita sia dai giovani che dai meno giovani, la grande novità riguarda i tatuaggi a colori. Ormai le tecniche usate dai tatuatori sono innovative, i colori usati non comportano rischi e non ci si può improvvisare tatuatori perché bisogna avere un attestato.
Elisabetta Inzerillo