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Per essere felici abbiamo bisogno degli altri

RIFLESSIONI

Leggendo un’intervista al botanico Stefano Mancuso mi ritrovo a condividere la sua analisi su come internet abbia apportato cambiamenti notevoli nella nostra società.

Internet è uno strumento tecnologico contemporaneo creato per ampliare, migliorare e ottimizzare la comunicazione sociale, e in parte ha soddisfatto davvero ottimamente questo aspetto. Con un click si apre davanti all’uomo una rete infinita di informazioni, conoscenze, curiosità, per non parlare della comunicazione veloce e immediata con gli altri attraverso strumenti come wathsapp, Instagram, telegram.

Una rivoluzione positiva come la definisce il Mancuso ma solo in parte.

In realtà questo fantastico mondo del digitale ci ha impoveriti di idee, di originalità e del contatto umano. Perché? Eppure, quando negli anni 90 il Web si affacciò timidamente al mondo, nessuno avrebbe predetto quanto e come l’avrebbe fatta da padrone! Anche durante la quarantena da covid, internet è stato l’assoluto protagonista accanto al cattivo e famigerato covid. Ricordate, tutti in casa, ma connessi!

Un altro aspetto da considerare è come internet abbia creato una cultura di massa, di facile comprensione e soprattutto visiva: basta collegarsi a you tube e puoi seguire una lezione di fisica o  astrofisica, letteratura, arte, come se ti trovassi anche tu lì fisicamente. Puoi seguire un allenamento di aerobica, di pilates, di ciclismo, comodamente da casa. Ma non sei lì, sei a casa, e  il più delle volte solo.

Ecco internet, a mio avviso, ci ha resi più soli, anzi solitari. E qui ritorna l’analisi azzeccatissima del Mancuso: non siamo piante ma animali sociali! Quando, migliaia e migliaia di anni fa, apparve l’uomo sulla terra, poté sopravvivere grazie alla collaborazione e vicinanza con gli altri uomini, non avrebbe mai potuto farcela da solo. Poi la sera gli uomini, attorno al fuoco, si riunivano per mangiare insieme. In seguito hanno inventato il linguaggio: uno strumento di comunicazione che ci distingue dagli animali.

Non si vive bene da soli. È qualcosa che va contro la stessa natura umana, contro la storia dell’umanità. Immaginate un mondo dove la comunicazione avviene solo via web. Che noia, che grigiore, che barba!

Credo che, come tutte le cose, la parola giusta sia “responsabilità”. Occorrerebbe fare un passo indietro e ridimensionare il mondo web con responsabilità. La responsabilità tocca ognuno di noi però! Tutti siamo chiamati ad agire perché ognuno di noi deve fare la sua parte nella società. Innanzitutto utilizziamo internet solo per esigenze lavorative e non nei rapporti con gli altri. Parliamoci faccia a faccia, non dietro uno schermo: il volto umano cambia continuamente espressione quando parliamo: si arrossisce, si inarcano le sopracciglia, si sorride a volte solo con gli occhi.

É uno spettacolo stare con gli altri è la cosa più bella che Dio ci ha donato, dopo la vita, per arricchirci, migliorarci e essere felici.

Qualche tempo fa ho visto un film bellissimo in TV che raccontava la storia di un giovane che decide un giorno di lasciare tutto, la scuola, la famiglia, per raggiungere l’Alaska, in un viaggio solitario, nella natura selvaggia. Il titolo del film è “Into the wild”. Questo ragazzo parte e vive all’avventura. Alla fine del film, il giovane si ammala e, prima di morire, ricorda che le parti migliori del suo viaggio sono state quelle in cui ha interagito con gli altri. Prima di morire lascia, come testamento di sé, un pensiero meraviglioso: la felicità è stare con gli altri, condividere le emozioni, i sogni, i progetti con gli altri.

É questo il messaggio con il quale voglio concludere: noi siamo gli altri, apriamoci al mondo, ma al Mondo del contatto umano, solo allora riacquisteremo l’autenticità dell’essere noi stessi.

Gregorio Davì

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