paese fantasma

Paesi fantasma in Sicilia

CURIOSITA'

Noi siciliani abbiamo la fortuna di vivere in un’isola meravigliosa, circondata da un mare che ha i colori dei tropici e ricca di riserve naturali selvagge, di monumenti e di opere d’arte.

In Sicilia esistono anche dei piccoli paesi completamente abbandonati di cui non si parla molto, luoghi spettrali e al tempo stesso suggestivi in cui il tempo sembra essersi fermato: si tratta dei cosiddetti paesi fantasma.

Passiamo in rassegna i più famosi:

Noto Antica

È un vecchio borgo, posto sul promontorio Alveria nella provincia di Siracusa, fondato nel 428 a. C.  da Ducezio, re dei Siculi. Grazie alle sue difese naturali, il centro fu sempre una rocca inespugnabile impossibile da conquistare. Solo il tremendo terremoto del 9 gennaio 1693 pose fine alla storia di Noto Antica. Si trattò di uno dei terremoti più devastanti mai verificatosi in Italia, durò tre giorni e causò la morte di migliaia di persone in tutto il Val di Noto.

Nei nove anni successivi al sisma gli abitanti superstiti cercarono di rimettere in sesto il paese, ma dovettero desistere a causa delle difficoltà insormontabili che si trovarono dinanzi. Perciò furono costretti a trasferirsi nella nuova città di Noto, ricostruita vicino al mare.

Oggi Noto Antica è un’area archeologica di grandissimo interesse dove si possono ammirare le antiche mura di cinta, il Castello Reale, la Porta della Montagna e altri ruderi risalenti a epoche diverse.

Gibellina

Si tratta di un caratteristico e splendido centro dell’entroterra siculo, in provincia di Trapani. Fu anch’esso distrutto da un terribile terremoto, avvenuto però nel 1968, che interessò tutta la Valle del Belice.

Del centro abitato rimane pochissimo, perché dopo il terremoto il paese fu ricostruito poco lontano, in contrada Salinella, nel territorio del comune di Salemi.

All’epoca il sindaco fece di tutto per dare risonanza alla tragedia che aveva colpito il paese e tentò di dare un forte slancio turistico alla zona, coinvolgendo numerosissimi artisti. Fu così che Alberto Burri realizzò un gigantesco monumento in memoria delle vittime del terremoto, il Cretto di Gibellina (o Cretto di Burri): l’architetto ricoprì con una colata di cemento i ruderi del vecchio paese distrutto dal sisma, creando una sorta di grande sudario bianco caratterizzato da fenditure (cretto infatti significa crepa, spaccatura) che non sono altro che le vie del centro cittadino, ma che assumono l’aspetto di profonde ferite nel terreno, quelle ferite che non si sono rimarginate nell’animo degli abitanti superstiti.

Poggioreale

Come Gibellina, anche Poggioreale è stato colpito e distrutto dal terremoto del Belice del 1968. Questo paesino nacque come comune nel 1642, anche se la zona era già abitata da circa un millennio. Il centro gravitava sulla via principale, Corso Umberto I, che dall’ingresso del paese porta alla nota Piazza Elimo in cui si trova la scalinata, più volte immortalata dai fotografi, che conduce alla Chiesa Madre, purtroppo andata in gran parte distrutta durante il terremoto.

In seguito il paese è stato ricostruito a poca distanza dal luogo originario. La città vecchia è rimasta ferma nel tempo e conserva le testimonianze dell’epoca in cui crollò. Sono ancora presenti tracce di vecchie officine, botteghe dell’epoca fascista, frantoi dismessi e di un antico abbeveratoio.

Per la suggestiva bellezza di quanto è rimasto, Poggioreale è stato scelto per l’ambientazione di alcune scene di famosi film come “La piovra”, “L’uomo delle stelle”, “Malena” e “Cefalonia”.

In occasione del cinquantenario dal terremoto una mostra fotografica di Maurizio D’Angelo, allestita nel Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, ha raccontato l’anima di questa città fantasma. I video e le fotografie sono per ora l’unico modo con cui tutti noi possiamo scoprire la storia di questo borgo, dato che non è consentito oltrepassare le recinzioni che circondano le rovine.

Recentemente il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè hanno visitato Poggioreale in vista di un progetto di rilancio di tutta la zona del Belice.  L’obiettivo è quello di creare, oltre a un laboratorio di sismologia, un centro addestramento per la protezione civile e i vigili del fuoco.

Simone Bellomare

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