NO, IL PREZZO NON È GIUSTO: ATTENTI ALLA SHRINKFLATION!
In quanto studente di un Istituto tecnico economico, non posso fare a meno di parlare di un fenomeno che sta caratterizzando sempre di più, al giorno d’oggi, l’economia globale.
A tutti noi, almeno una volta, sarà capitato sicuramente di notare al supermercato una variazione di quantità nelle confezioni dei prodotti che acquistiamo di solito, benché il prezzo rimanga immutato.
Questo fenomeno, sempre più diffuso, è noto come shrinkflation: è una tattica di marketing messa in atto dalle imprese che vendono i loro prodotti e/o i loro servizi, riducendone la quantità, mantenendo però lo stesso prezzo.
Il termine shrinkflation deriva dall’unione delle due parole inglesi shrinkage (contrazione, restringimento) e inflation (inflazione) e si potrebbe tradurre in italiano con la parola “sgrammatura”.
Si tratta di una strategia tutt’altro che etica, vantaggiosa soltanto per le imprese, che riducono i costi di produzione e risparmiano sulle materie prime impiegate, e molto dannosa per i consumatori che molto spesso non si accorgono di spendere la stessa quantità di denaro per ottenere di meno.
Coloro che acquistano, infatti, come ha sottolineato il Codacons (“Prezzo identico ma meno prodotto, cos’è la shrinkflation denunciata dai consumatori” ne “ilsole24ore.com”), “tendono a essere sempre sensibili al prezzo ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni, scritte in piccolo, sulle dimensioni o sul peso di un prodotto. Spesso, inoltre, a una diminuzione del quantitativo di prodotto si associa un nuovo packaging e un restyling visivo così da rendere il tutto ancor più accattivante.”
Questo fenomeno esisteva già da tempo, soprattutto all’estero, ma adesso si è accentuato ancora di più, in particolare in Italia, a causa dell’aumento dei costi dell’energia dovuto alla guerra in atto tra Russia e Ucraina. Il prezzo del gas infatti, come sappiamo, è aumentato vertiginosamente e ha costretto le imprese a cercare nuove strategie per ridurre i costi divenuti esorbitanti. Le aziende, come abbiamo visto, hanno trovato una soluzione per ridurre i loro problemi, danneggiando però, come sempre accade in questi casi, i consumatori.
Per contrastare e denunciare quest’inflazione “nascosta”, il Codacons ha quindi deciso di presentare un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica perché indaghino sull’effettiva legalità di questo fenomeno che, per l’Associazione dei Consumatori, dovrebbe essere considerato una pratica commerciale scorretta e inserito tra i reati di truffa.
La shrinkflation può essere applicata a una miriade di prodotti: dai pacchetti di patatine e di merendine ai flaconi di detersivo, dalle confezioni di pasta a quelle di fazzoletti.
È importante quindi prestare molta attenzione quando si fa la spesa e cercare di non cadere in queste trappole, stando attenti ai packaging dei prodotti e al loro prezzo al litro o al chilo.
di Simone Bellomare
One thought on “NO, IL PREZZO NON È GIUSTO: ATTENTI ALLA SHRINKFLATION!”
Un articolo che con esempi concreti e senza fronzoli tratta in maniera chiara un pratica commerciale fondata invece sulla poca chiarezza e sull’equivoco; un invito a tutti noi consumatori a salvaguardare il nostro potere d’acquisto, prestando la massima attenzione per non cadere nelle trappole di chi agisce con scorrettezza, che non considera invece che … l’unione fa la forza…..sempre.