NO AL CYBERBULLISMO!
Immagine in evidenza di Francesco Milianta
La nascita dei social network ha contribuito alla creazione di una rete i cui utenti non sono sottoposti a nessun vincolo e ha rappresentato una svolta radicale nella vita quotidiana di moltissime persone che, immerse in un mondo che non dorme mai, possono comunicare, imparare, informarsi, socializzare in piena libertà, credendo di aggirarsi in un universo protetto e pacifico. In realtà il mondo virtuale è pieno di insidie, specialmente per gli adolescenti: spesso alcuni ragazzi assumono atteggiamenti vessatori nei confronti di altri che vengono quasi costretti a compiere azioni estreme per porre fine ai tormenti inflitti loro attraverso la rete. E’ questo il fenomeno del cyberbullismo che nasce e si diffonde grazie al web e di cui ormai si sente parlare quotidianamente, perché sono moltissime le vittime di questa piaga sociale che non può essere circoscritta ad un determinato ambiente o a un preciso momento, come avviene per il bullismo, al contrario i perseguitati dagli aguzzini della rete non possono trovare alcuna via di fuga. Infatti, come dice Caleb, uno dei personaggi del film per la TV “Cyberbully”, “Il peggio è che continua anche a casa. Non smettono un momento di tormentarti e pensi: non so nemmeno chi sia questa persona, come può dire che disprezza la mia esistenza?”
Il cyberbullismo comprende l’insieme delle varie forme di violenza, discriminazione e molestia che hanno trovato spazio nella rete Internet.
Si distingue dal classico bullismo per l’assenza della dimensione fisica e materiale: il cyberbullo è protetto dall’anonimato garantito dall’uso degli strumenti virtuali.
Si può manifestare in vari modi: i più comuni sono il flaming (l’offesa), l’harassment (le molestie), il cyberstalking (molestia assillante e persecutoria), l’impersonation (il furto di identità).
Secondo l’Unicef, i casi di cyberbullismo sono molto diffusi soprattutto nei Paesi ad alto reddito: la percentuale dei ragazzi vittime di questo fenomeno, che provoca problemi psicofisici come la mancanza di appetito o i disturbi del sonno, varia tra il 5 e il 20% della popolazione minorile. Inoltre chi è sottoposto alle angherie dei cyberbulli rivela problemi nell’apprendimento e nel comportamento. E’ necessario pertanto un intervento efficace e anche solidale nei confronti di tutti coloro che sono costretti a sopportare la violenza del web: infatti, come è evidente dagli studi effettuati dall’Unicef, i bambini e i ragazzi vittime del cyberbullismo spesso hanno paura di andare a scuola e perdono le capacità di concentrazione e di apprendimento “con evidenti conseguenze sulle loro prospettive educative e lavorative” (“Bullismo e cyberbullismo”, in www.unicef.it). Inoltre gli effetti negativi del cyberbullismo non riguardano solo i casi, numerosi, di chi soccombe alla prepotenza altrui, ma l’intera società, perché “vi sono altresì costi socio-economici significativi con conseguenze di lungo periodo sia sulle vittime che sui perpetratori: si va dalle difficoltà relazionali al rischio dell’aggravarsi di comportamenti antisociali che possono sfociare in fattispecie criminali” (“Bullismo e cyberbullismo”, ibidem).
Per questo motivo la scuola e gli alti vertici del nostro Paese si sono messi in prima linea per affrontare il cyberbullismo. In poco tempo sono stati creati opuscoli accessibili a tutti (si trovano infatti anche in versione digitale) in cui viene spiegato come difendersi dai bulli virtuali e il Parlamento italiano è intervenuto emanando la L. 71/2017, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, che ha lo scopo di contrastare tale fenomeno con misure a carattere preventivo attraverso una maggiore sensibilizzazione dei giovani.
Nonostante le mille iniziative gli atti di bullismo telematico sono ancora sciaguratamente diffusi. Per sconfiggere questo fenomeno è fondamentale la denuncia alla Polizia Postale, ma sono ugualmente necessari la solidarietà con le vittime, il rispetto, l’aiuto, anche solo morale, e l’amore. Purtroppo gli stessi giovani spesso non si rendono conto della gravità delle offese telematiche e considerano l’accanirsi verso altre persone un semplice divertimento.
Il cyberbullismo in realtà è, secondo me, peggiore del bullismo: si viene derisi e insultati da persone che vigliaccamente si nascondono dietro un monitor e che spesso nemmeno conoscono la persona oggetto di scherno. Oggi tutti sottolineano l’importanza della gentilezza e del rispetto: proviamo a mostrarne un po’ anche nel web, senza dimenticare che le persone provano dei sentimenti e certe ferite fanno talmente male da condizionare una vita intera.
Pensiamoci: un giorno, nei panni della vittima, potrebbe esserci qualcuno a cui vogliamo bene.
di Riccardo Palazzo