“Natale e capodanno in Giappone”
おはようございます (Ohayou gozai masu)! Buongiorno a tutti!
Il Natale e il nuovo anno sono alle porte e anche qui in Giappone i festeggiamenti non possono mancare, anche se sono differenti rispetto a quelli del mondo occidentale.
Il Giappone, infatti, non è un paese cristiano e i suoi abitanti sono per la maggior parte atei, pertanto non si respira l’atmosfera natalizia tipica dei Paesi europei o americani, ma, nonostante ciò, grazie all’attività del marketing occidentale, la festa del Natale si è affermata anche nel territorio nipponico, assumendo un carattere prettamente commerciale, anche se abbellito dal colore locale.
Le coppie di innamorati festeggiano come se fosse il nostro “San Valentino”: si incontrano in luoghi eleganti e romantici, come, ad esempio, presso i laghetti dei parchi, e, in ristoranti eleganti, seguono il rito del でーと (deto) che consiste nello scambiarsi i regali, degustando la くりすますけーき (kurisumasu keki), una torta a base di pan di spagna guarnito con panna e fragole.
Le famiglie, invece, si riuniscono con gli amici e consumano insieme un semplice pasto, ben diverso dai “pranzi di Natale” italiani, a base di pollo fritto, spesso acquistato presso la nota catena di fast food americana “KFC”. Come da noi, però, i più piccoli ricevono regali da Babbo Natale.
Molto più amato dai Giapponesi è il Capodanno (おしょうがつ, oshougatsu), caratterizzato dalle おそうじ (osouji), le grandi pulizie che si fanno negli ultimi tre giorni dell’anno e durante le quali ci si sbarazza degli oggetti vecchi e inutili, tradizione che ricorda l’abitudine tipica dell’Italia meridionale di lanciare piatti e bicchieri rotti fuori dalla finestra alla mezzanotte del 31 dicembre.
Durante la notte di San Silvestro molti celebranoはつもうで (hastumoude): indossando il きもの (kimono), si recano insieme ai familiari nei templi buddisti dove vengono allestiti i tradizionali “mercatini” che presentano un vasto assortimento di pietanze tipiche come le seppie alla griglia, le polpette di polpo, le mele caramellate, la toshikoshi soba, un tipo di pasta lunga e sottile a base di grano saraceno, e tanto altro ancora…
Altri festeggiano il Capodanno in casa insieme con i parenti, gustando la tradizionale cena giapponese di fine anno chiamata おせちりょうり (osechi-ryori). Questa cena prevede diverse portate come il Kombu (alga bollita), il kamaboko (pesce lavorato e cotto in modo da ottenere la forma di un panetto che può essere affettato e messo nelle zuppe oppure accompagnato con delle salse), il kurikinton (purea di patate dolci con castagne), la kinpira gobō (radice di cardo cotto) ed il kuromame (un dolce fatto con i fagioli di soia neri).
Coloro che seguono la dottrina buddista regalano diversi tipi di portafortuna come collane e braccialetti che proteggono quelli che li indossano.
Allo scoccare della mezzanotte, le famiglie giapponesi brindano con il あまざけ (amazake), un tipico sakè giovane, non filtrato e non alcolico, servito caldo. Inoltre, nei templi buddisti, vengono suonati 108 rintocchi di campana: ogni rintocco rappresenta uno dei 108 peccati dell’uomo che, secondo la credenza buddista, vengono cancellati dal suono delle campane in modo che l’anima, purificata, possa raggiungere la felicità.
Anche in Giappone, come in quasi tutti i Paesi del mondo, molte persone festeggiano l’ultima notte dell’anno riunendosi nei locali o nei parchi adornati con luci colorate e riversandosi in strada per assistere, presso la Tokyo Tower, al countdown che si conclude con fantasmagorici giochi pirotecnici.
Il primo giorno dell’anno nuovo le famiglie si riuniscono nelle loro case, scambiandosi gli auguri con delle cartoline decorate chiamate ねんがじょう (nengagliou), mentre i bambini ricevono, oltre agli auguri, delle buste con all’interno un dono in denaro (la cifra varia a seconda dell’età).
Il pranzo del 1° gennaio presenta un menu molto speciale chiamato おせち (osechi): si tratta di un bento, il tipico pranzo da asporto giapponese posto in una scatola, molto raffinato, presentato in eleganti scatole laccate in rosso e nero, riservate alle occasioni speciali e chiamate じゅうばこ (jyuubako), al cui interno si trovano aragoste, gamberi, chele di granchio e tante altre prelibatezze.
In Giappone i festeggiamenti terminano il 7 gennaio con la festa del じんじつ (jinjitsu, cioè “dell’uomo”) in occasione della quale si mangiano la zuppa delle 7 erbe e i mochi (tipici dolci di riso) e si bruciano tutte le decorazioni del periodo natalizio e i かどまつ (kadomatsu), gli “alberi di Natale giapponesi”: costituiti da pini, bambù e rametti d’albero legati da una stuoia di paglia, rappresentano lo spirito del Capodanno e sono simbolo di longevità e di prosperità.
Le feste natalizie giapponesi sono molto differenti da quelle nostre, ma la buona tavola unisce tutti i popoli e, come gli Italiani, anche i Nipponici, durante queste festività, mangiano tante leccornie. E infine, come in Italia, anche qui l’epifania tutte le feste si porta via!
Buon Natale a tutti e felice anno nuovo さようなら! Sayounara!
di Alessio Bruno