LO SFINCIONE BAGHERESE
Lo sfincione bagherese ancor prima del panettone fu il re delle feste natalizie.
Nell’anno 1650, quando il principe Giuseppe Branciforte di Butera fallisce il complotto contro la corona, per ottenere la separazione della Sicilia dalla Spagna e decide di ritirarsi in quelli che erano i suoi possedimenti, i cuochi a servizio delle famiglie aristocratiche Siciliane si trasferirono con lui in un maestoso palazzo fortificato intorno al quale poi nacque Bagheria.
I cuochi erano soliti produrre lo sfincione, creato prima di loro dalle monache del monastero di San Vito, per la famiglia Branciforte. Con il tempo naturalmente la ricetta ha subito dei cambiamenti fino ad arrivare alla versione da noi conosciuta.
Andando un po’ più avanti nel tempo, poco dopo la fine della Seconda Guerra mondiale il pomodoro, che precedentemente aveva un costo elevato, comincia ad essere accessibile al popolo. Proprio in questo periodo nasce la variante dello sfincione palermitano; invece, per quello che riguarda la storia dello sfincione bagherese, erano le famiglie stesse a portare gli ingredienti necessari per il proprio sfincione al maestro sfincionario.
INGREDIENTI
farina tipo 00: 250 gr
semola di grano duro rimacinata : 250 gr
acqua : 300 gr
lievito di birra fresco : 10 gr
sale : 10 gr
olio extravergine di oliva :40 gr
condimento (40 minuti)
cipolle rosse: 2
tuma (oppure primosale) : 250 gr
acciughe sott’olio: 6 filetti
pane raffermo: 2 fette
caciocavallo grattugiato : 100 gr
origano q.b.
ricotta di pecora : 300 gr
olio extravergine di oliva q.b.
sale q.b.
pepe q.b.
PROCEDIMENTO :
Per prima cosa raccogliete l’acqua in una ciotola e scioglietevi il lievito di birra, poi aggiungete le farine e amalgamate il tutto per bene. Dunque incorporate l’olio e il sale, e impastate fino ad ottenere un composto abbastanza elastico e omogeneo. Fatto ciò formate una palla con l’impasto .
Una volta creata la palla, inseritela nuovamente nella ciotola e copritela con della pellicola per permettere all’impasto di lievitare fino al raddoppio. Intanto mondate e affettate le cipolle. Poi raccoglietele in una padella antiaderente e fatele appassire con mezzo bicchiere d’acqua e un coperchio.
Una volta che, fatta evaporare l’acqua, le cipolle saranno morbide aggiungete un abbondante giro di olio, un paio di acciughe e fate insaporire mescolando. Dopo levate e tenete il composto da parte. Spezzettate grossolanamente il pane in un frullatore e frullate in modo da ottenere delle briciole grossolane. Versate le briciole nella stessa padella di cottura delle cipolle e fatele dorare fino a quando saranno croccanti. Levate dal fuoco e fate raffreddare il tutto.
Rivestite uno stampo da 24-26 cm di diametro con un foglio di carta forno. Poi ungete la superficie e adagiate l’impasto lievitato, dopo stendetelo con i polpastrelli in modo da ricoprire la base fino ai bordi. Ungete la focaccia con un giro di olio, poi spezzettate le acciughe e distribuitele sulla superficie e continuate con uno strato di tuma tagliata a fette abbastanza spesse. Proseguite distribuendo la ricotta in fiocchi e successivamente le cipolle. Prendete la mollica tostata tenuta da parte e aggiungetevi il caciocavallo grattugiato, pepe e una spruzzata di origano. Utilizzate la panatura aromatica ottenuta per coprire la superficie dello sfincione.
Cuocete la focaccia in forno statico preriscaldato a 200°C per circa 30 minuti. Sfornate, fate intiepidire.
Fatto anche questo passaggio lo sfincione è pronto per essere mangiato.
Federica Marchese