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L’innovazione tecnologica

COVID-19, RIFLESSIONI

Da quando il coronavirus è entrato nelle nostre vite, tutto è cambiato.

Il lockdown ci ha costretti a svolgere a distanza molte nostre attività, comprese quelle riguardanti lo studio o il lavoro. Per fortuna siamo stati aiutati dalla tecnologia che, grazie agli smartphone, ai tablet e ai computer, ci ha permesso di adottare lo smart working, il “lavoro agile” che ci consente di dedicarci alle nostre attività anche da casa.

Ma non tutti i lavori possono essere svolti a distanza: infatti in alcune industrie è necessaria la presenza dell’uomo, anche se, per garantire il distanziamento sociale, fondamentale per rallentare il diffondersi del contagio, in certi stabilimenti il numero degli operai è nettamente diminuito. In questi casi i lavoratori sono stati spesso sostituiti da robot e ciò ha fatto nascere una grande preoccupazione nel mondo operaio: già da anni le macchine hanno cominciato a sostituire il lavoro umano, ma la pandemia ha favorito la diffusione dell’utilizzo della robotica nelle fabbriche e questo fatto potrebbe spingere gli imprenditori a mettere da parte i lavoratori in carne e ossa.

Questo, d’altra parte, è già avvenuto nel settore dei Servizi: per esempio, nelle banche i posti di lavoro sono diminuiti dopo la diffusione dell’utilizzo dell’Internet Banking. Pertanto, secondo il 3° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, l’85% degli operai ha paura degli eventuali effetti di questa rivoluzione tecnologica e digitale attualmente in atto.

D’altronde nessuno si sorprenderebbe se, in un non lontano futuro, le macchine svolgessero qualsiasi tipo di mansione.

Certo, l’adozione delle nuove tecnologie presenta numerosi aspetti positivi in molteplici campi, dalla chirurgia all’agricoltura, dalla produzione industriale all’ingegneria spaziale, e può rendere meno faticosa e più piacevole anche la nostra vita quotidiana, nelle nostre case. Però l’uso sconsiderato e prolungato nel tempo dei nuovi mezzi tecnologici, specialmente dei dispositivi digitali, che avvenga per studio, per lavoro o per svago, può comunque danneggiare il nostro corpo, anche se non ce ne accorgiamo: basti pensare all’affaticamento degli occhi o ai dolori alla schiena che possono comparire in seguito all’assunzione di posizioni sbagliate durante l’utilizzo dei diversi strumenti.

Poiché non è possibile, ormai, rinunciare ai vantaggi delle nuove tecnologie, ricordiamo sempre che deve essere l’uomo a servirsi delle nuove invenzioni e che non deve mai accadere il contrario.

Mauro Panasci

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