LA PASQUA AI TEMPI DEL COVID … anche nel 2021
Quando, un anno fa, abbiamo trascorso le feste pasquali confinati nelle nostre case a causa del coronavirus, eravamo convinti che si trattasse di un sacrificio temporaneo e necessario per porre fine alla terribile situazione che stavamo vivendo.
E invece… – chi l’avrebbe mai detto? – anche quest’anno, durante le feste pasquali, abbiamo dovuto subire nuove limitazioni della nostra libertà a causa del persistere della pandemia che ancora affligge tutto il mondo.
L’anno scorso la gente (almeno nell’Italia meridionale dove il Covid non aveva ancora mietuto un gran numero di vittime) era animata da sentimenti di speranza, convinta che i sacrifici che stava affrontando sarebbero stati premiati dal ritorno alla vita normale.
Le feste appena trascorse, invece, sono state dominate dalla paura e dallo scoraggiamento.
È stato difficile dover sottostare nuovamente a restrizioni che ci hanno impedito di trascorrere le feste in compagnia dei nostri cari e ci hanno costretti a restare chiusi in casa, stravolti dalle notizie che ci giungevano dai telegiornali riguardo al numero dei contagiati e dei morti.
Non è stato facile spiegare ai bambini che neanche quest’anno avrebbero potuto fare le tradizionali scampagnate, gustare le uova di cioccolato con i cuginetti o passare le giornate di festa assieme ai nonni.
Gli adulti hanno pure dovuto fare i conti con la situazione economica: sono tante le persone che a causa della pandemia continuano a non lavorare.
Non abbiamo neanche potuto avere la consolazione di partecipare ai vari appuntamenti religiosi che in genere la Settimana Santa prevede. Il nostro Paese è famoso per le numerose manifestazioni che si tengono sia nelle grandi città sia nei paesini: processioni, Via Crucis, veglie…
Anche il Santo Padre ha dovuto ridimensionare il calendario della Settimana Santa, limitando l’accesso alla Basilica di San Pietro a pochi fedeli.
Per fortuna anche quest’anno le nuove tecnologie sono venute in nostro aiuto: videochiamate, incontri web e dirette social hanno permesso di sopperire alla mancanza del contatto umano.
A differenza dell’anno scorso bisogna dire che, grazie alla campagna vaccinale che è in pieno svolgimento, possiamo intravedere una luce in fondo al tunnel e nutrire una speranza tangibile che ci aiuta a non mollare.
Quindi, a mio avviso, dovremmo fare un ultimo sforzo, un ulteriore sacrificio, TUTTI INSIEME, per riuscire a sconfiggere questo terribile male che ha sconvolto l’intera umanità.
Come ci insegna Leopardi nell’opera “La Ginestra”, solo unendosi in un grande spirito solidale, che il poeta chiama “social catena”, gli uomini possono reagire e trovare la forza per combattere le avversità della vita!
Simone Bellomare