La felicità, dove trovarla
“La ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità”: ecco le parole del documento dell’ONU, che dal 2013 ha scelto il 20 marzo per celebrare la Giornata Mondiale della Felicità.
Ma che cos’è la felicità? Questa domanda, che gli uomini si pongono da sempre, è stata oggetto di riflessione per filosofi di ogni tempo; possiamo affermare comunque che il concetto stesso di “felicità” è mutato nel tempo e si è evoluto. Per gli Illuministi, in particolare, la felicità non è solo lo stato d’animo che si realizza quando vengono soddisfatti i propri desideri, ma un vero e proprio diritto, che venne sancito per la prima volta nella Dichiarazione d’Indipendenza Americana (4 luglio 1776), che recita: “A tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla felicità”.
Oggi si conducono ricerche su questo stato d’animo con gli attuali sistemi di rilevamento dati: ogni anno, ad esempio, viene redatto il “World Happiness Report”, che raccoglie dati da tutto il mondo e fa una classifica delle nazioni più felici del Pianeta. In questa indagine sono coinvolti 156 Paesi. Il questionario pone varie domande ai cittadini, su vari settori: affari ed economia, coinvolgimento dei cittadini, comunicazioni e tecnologia, diversità, istruzione e famiglie, emozioni, ambiente ed energia, cibo e riparo, governo e politica, legge e ordine, salute, religione ed etica, trasporto e lavoro.
Per il terzo anno consecutivo la Finlandia conquista il primo posto come paese più felice al mondo.
Colpisce come, a causa della pandemia, i tassi di felicità globali siano calati moltissimo. Sono comunque emersi alcuni importanti cambiamenti rispetto all’indagine condotta negli anni passati, perché le fonti di felicità che hanno acquisito maggiore importanza a livello globale riguardano le relazioni, la salute e la sicurezza, considerate come le cose vere e importanti della vita; insomma, se il Covid ci ha tolto felicità, ci ha forse resi tutti un po’ più filosofi.
Alessio Forestieri