IRAN: diritti umani calpestati
È da mesi ormai che piazze e vie di tutto l’Iran sono occupate da persone che protestano contro il loro regime.
Uomini e donne vogliono tutti una sola cosa, cioè “superare i codici valoriali imposti dalla repubblica islamica” le protagoniste principali di queste proteste sono le donne, stanche di non avere i diritti, di non essere ascoltate e di venire sempre sottomesse.
Vogliono cambiare qualcosa a tutti i costi, aspirando ad una vera e propria rivoluzione culturale.
Queste proteste sono iniziate in seguito alla morte di una donna, Masha Amini, deceduta in ospedale per un’emorragia cerebrale causata dalla violenza della polizia locale. Perché aveva violato il codice di abbigliamento islamico: una singola ciocca dei suoi capelli fuoriusciva dal velo, obbligatorio dal 1983.
Nessuna donna in Iran è libera di indossare quello che vuole, obbligate a portare costantemente il velo, o può essere un’artista, seguire una passione. È’ divenuta famosa e simbolo delle donne iraniane la fotografa Shirin Neshat, che adesso vive in America,con la sua serie fotografica “ Le donne di Allah”. Le donne iraniane con enorme coraggio si stanno facendo sentire dopo anni e anni di silenzio. 500 è il numero di persone uccise durante le manifestazioni e diverse sono state arrestate. La pratica del “salta turbante” è una delle più usate dai manifestanti: levare il copricapo ai membri del clero sciita filmando e rendendo i loro video virali. Contribuiscono alla rivolta anche diversi scioperi indetti da gran parte della popolazione: mercanti, avvocati, medici, campioni sportivi e attrici si schierano contro il regime rischiando molto. I giovani infatti, ma soprattutto le donne devono poter dare ai loro figli un futuro diverso, un futuro migliore: devono riconquistare la libertà.
di Francesca Fazzone