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Incidenti stradali, la principale causa è la distrazione

ATTUALITA'

Gli incidenti stradali risultano essere una delle principali cause di morte in Italia. Ma qual è la causa  più frequente di un incidente stradale? Generalmente si pensa all’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti; eppure, secondo i dati dell’ ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), la causa principale degli incidenti stradali è la distrazione; e occorre aggiungere che i dati forniti dalle persone coinvolte sono approssimati per difetto, in quanto nelle dichiarazioni difficilmente si confessa una distrazione alla guida, mentre si preferisce fare riferimento a fattori terzi.

E’ evidente quanto sia importante intervenire sull’educazione del guidatore stesso, cercando di stimolare un comportamento più consono e maturo, per preservare la salute dell’autista stesso e delle altre persone circolanti nei percorsi pubblici. Per strada ogni persona è libera di muoversi o di stazionare, ma la libertà di un individuo non può arrecare danno agli altri. Le leggi raccolte nel Codice della strada regolano la circolazione sulle strade italiane. Esse valgono per tutti: automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni, e sono regole di convivenza civile, non sottigliezze di un inutile galateo. Portiamo anzitutto l’attenzione sui guidatori, citando una ricerca di CDC (Centers for Disease Control and Prevention) sulla distrazione alla guida. In questa ricerca si suddividono le principali cause di distrazione in tre macro-gruppi.

  • Distrazione visiva, ovvero il distogliere lo sguardo dall’obiettivo principale, la strada!

Esempi più comuni: leggere o scrivere messaggi sul cellulare, ricercare indicazioni stradali, osservare la scena di un incidente;

  • Distrazione manuale, ovvero togliere le mani dal volante.

Esempi più comuni: cercare o prendere oggetti presenti all’interno del veicolo, usare dispositivi manuali, regolare la radio, mangiare o bere durante la guida.

  • Distrazione cognitiva, cioè impegnare la mente con pensieri distraenti.

Esempi più comuni: conversare al telefono, discutere con un passeggero, pensare al prossimo appuntamento.

Certamente, non è solo chi guida un’auto a dover prestare attenzione. Tra le vittime degli incidenti stradali figurano numerosi pedoni e conducenti di velocipedi, definizione usata nel Codice della strada per indicare veicoli con due o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, insomma la cara, familiare bicicletta. Si comprende dunque come sia importante il lavoro svolto nelle scuole per cercare di influenzare i giovani, che spesso circolano in strada come pedoni o muniti di moto o velocipedi. Sono infatti in atto molteplici iniziative, che portano la riflessione sulla sicurezza stradale nelle scuole di qualsiasi grado e, con un approccio testuale-visivo, cercano di educare le giovani menti, sicuramente più suggestionabili, ad un comportamento consono alla convivenza in strada. Ciò appare oggi ancora più urgente, in quanto proliferano nuovi mezzi, come i monopattini elettrici, che sono equiparati dalla normativa ai velocipedi e sicuramente non sono meno pericolosi della classica bici.

Anche la strada ha le sue leggi: conoscerle e rispettarle può salvare la vita nostra e altrui.

Alessio Todaro

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