Il mondo del lavoro in Giappone
Quando pensiamo al Giappone, ci vengono in mente i giardini zen, i samurai, il sushi e … l’attiva efficienza del mondo del lavoro.
Secondo le ricerche statistiche condotte dall’O.E.C.D. nel 2020, i giapponesi lavorano in media 1.729 ore l’anno, non si ammalano mai e non prendono giorni di ferie extra oltre a quelli previsti dalla legge. Circa il 77% delle persone di età compresa tra i 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito, il reddito netto medio per famiglia è pari a 3.808.072 ¥ annui pro capite (26.742,69 €) e il tasso di disoccupazione è pari al 2,5% con 1,58 milioni di disoccupati.
L’approccio al mondo del lavoro, come pure a quello dell’istruzione, per i Giapponesi deve essere molto serio: infatti ogni impiegato si dedica con tutta la propria anima alla sua azienda. Pertanto non si fanno pause caffè e molti si fermano in ufficio oltre l’orario lavorativo previsto, anche se le ore di straordinario prestate oltre quelle ordinarie non sono quasi mai pagate. Il lavoro spesso si sostituisce alla vita sociale e le persone si rendono sempre reperibili. Ci sono dei casi esemplari che rappresentano la dedizione dei nipponici al loro lavoro: ad esempio, il conducente di un treno giapponese ad alta velocità – il famoso Shinkansen (新幹線 ), detto anche “proiettile”- ha pagato le conseguenze del ritardo di un minuto!
Secondo i dati riportati nell’Enciclopedia del sito www.treccani.it, s.v.”Giappone”, nel Paese del Sol Levante la forza lavoro è impegnata per il 4,5% nell’agricoltura, per il 28% nell’industria e per il 67,5% nei servizi.
Per quanto riguarda il settore primario, è molto sviluppata la pesca (la produzione ittica è infatti la seconda al mondo dopo quella della Cina), mentre solo il 13% del territorio è coltivabile. Tra i prodotti agricoli vi è una produzione intensiva di riso, tè, patate e ortaggi come negi (cipolla giapponese), kabocha (un tipo di zucca molto dolce), daikon shiso (verdura con foglie verdi o rosse) e naga-imo (“patata lunga”, dal gusto delicato, che di solito viene servita grattugiata). La frutta che si trova nei mercati, ciliegi, loti, nashi (pera asiatica), momo (pesca giapponese), hatsukoi (fragola bianca) e budo (uva giapponese), ha un prezzo molto elevato.
L’industria è uno dei settori più imponenti ed avanzati al mondo e si distingue nella produzione di automobili e di elettronica di consumo.
Solitamente il processo di ricerca del lavoro per i giovani studenti universitari giapponesi è molto lungo e faticoso. Tale attività viene chiamata 就職活動 (shushoku katsudo), che letteralmente significa “attività di ricerca del lavoro”, e comincia già un anno prima dalla fine effettiva degli studi universitari, così che il neo-laureato possa iniziare a lavorare full-time immediatamente.
Uno straniero che volesse trovare lavoro in Giappone, potrebbe farlo molto facilmente: basta avere un visto di soggiorno specifico, una base minima di conoscenza della lingua locale ed il possesso di un diploma di scuola superiore.
Ci sono diversi Italiani che si sono trasferiti in Giappone per lavoro: infatti sono molto richiesti come cuochi, camerieri e insegnanti di italiano. Basta aprire o lavorare in un ristorante italiano, dare lezioni private o farsi assumere in una scuola privata ed ecco che ci si ritrova subito ad esercitare una professione che garantisce uno stipendio medio che sta alla pari con il costo della vita.
Naturalmente se si possiede una laurea, un’ottima padronanza del giapponese e si ha la certificazione linguistica “JLPTN2”, nonché il “Business Japanese” (il linguaggio formale usato nelle aziende), si può ottenere qualsiasi tipo di impiego, soprattutto nelle aziende multinazionali.
Solitamente la giornata di un dipendente nipponico comincia la mattina presto. Ci si reca in ufficio, utilizzando principalmente i mezzi pubblici, soprattutto metropolitana e treno che sono molto efficienti. Ai giapponesi, infatti, non piace l’uso dell’automobile che viene considerata un mezzo inquinante che fa perdere troppo tempo, soprattutto nelle grandi metropoli come Tokyo e Osaka dove il traffico è molto intenso. Al lavoro bisogna salutare i こはい “kohai” (superiori) con un inchino: si inclina il capo a 45 gradi e si uniscono le mani per essere il più rispettosi possibile.
Tutte le aziende giapponesi adottano metodi vari per creare armonia tra i dipendenti e favorire il lavoro di squadra, in modo da creare un clima sereno che favorisce, come hanno dimostrato i recenti studi sulle risorse umane, una maggiore produttività.
Proprio per questo le prestazioni vengono valutate in base a come ci si comporta in squadra, al contributo che ognuno dà al lavoro e alla risoluzione dei problemi.
I rapporti tra i colleghi vengono mantenuti anche oltre l’orario di lavoro e spesso gruppi di impiegati si riuniscono all’interno dei locali notturni, gli いざかや “izakaya”, per stare in compagnia e socializzare fino a tarda notte.
Grazie al grande impegno dei suoi abitanti, il Giappone è riuscito a far crescere il proprio sistema economico, facendo decollare il settore industriale e investendo nei trasporti, nelle infrastrutture e nella tecnologia. Inoltre è l’unico Paese che non sta risentendo dell’inflazione che sta colpendo l’Europa e gli USA, grazie alla resilienza dei suoi cittadini (MAURIZIO SGROI, “Mistero inflazione, perché sale ovunque ma non in Giappone?”, del 21 giugno 2022, in www.econopoly.ilsole24ore.com). Un esempio virtuoso certamente da imitare.
di Alessio Bruno アレッシオ ブルノ