uso del cellulare

I rischi del cellulare

ATTUALITA'

Quante volte avete sentito la frase: “I ragazzi di oggi sono nati con il telefono in mano”?

Purtroppo è proprio così: quanti bambini già a tre anni hanno un telefonino come giocattolo? Ma ciò è utile per il loro cervello?

Secondo me, non lo è affatto, anzi, i bimbi che trascorrono tante ore passivamente davanti ad uno schermo perdono la loro capacità di fantasticare e quindi di sviluppare alcune abilità fondamentali per lo studio e il lavoro, come quella di concentrarsi su ciò che è più importante.

Nonostante ciò, spesso molti genitori, per calmare i figli che fanno i capricci, danno loro in mano i dispositivi digitali, senza pensare ad un altro e ben più grave rischio: i bambini, se non adeguatamente controllati, possono usare i social e prendere spunto da ragazzi più grandi o anche da adulti per cimentarsi in alcune pericolosissime “challenge” che possono rivelarsi fatali. A Palermo una bambina di dieci anni è morta perché ha partecipato a una sfida estrema presentata su uno dei social più usati dagli adolescenti, TikTok: la sfida consisteva nello stringere una cintura attorno al collo e resistere il più possibile. La bimba voleva diventare la star di TikTok, ma non ce l’ha fatta e uno stupido gioco si è trasformato in tragedia.

L’uso del cellulare potrebbe sembrare più opportuno per i ragazzi più grandi, per gli adolescenti, anche perché oggi il telefonino viene spesso usato per motivi di studio. Ma in realtà pure per loro il mondo dei social è pericoloso, soprattutto per la presenza dei cosiddetti “leoni da tastiera”, coloro cioè che, secondo la definizione del dizionario Treccani, si esprimono “in modo aggressivo e violento, non di rado ricorrendo a offese, insulti, minacce, di solito approfittando dell’anonimato, mentre nella vita reale non avrebbero la capacità di sostenere un contraddittorio”. Persone del genere hanno spinto al suicidio Amanda Todd, una ragazzina di 15 anni trovata senza vita nella sua casa il 10 ottobre 2012. Prima di morire, la giovane aveva pubblicato un video su YouTube in cui, con una serie di bigliettini, aveva descritto la sua esperienza di vittima di cyberbullismo: dopo che un uomo, conosciuto tramite una “video chat”, aveva messo on line una sua foto in topless, nonostante la ragazza avesse fatto di tutto per evitarlo, anche sottostare ai ricatti del cyberpedofilo, la Todd era diventata oggetto dello scherno dei suoi compagni di scuola e bersaglio di messaggi offensivi pubblicati sui social. Non riuscendo a sopportare gli attacchi feroci a cui era sottoposta, Amanda preferì impiccarsi nella sua cameretta.

Purtroppo quello di Amanda non è un caso isolato: tanti adolescenti si sono suicidati a causa dei social che creano ansia e tanta rabbia, se usati in maniera sbagliata, e probabilmente tanti ragazzi sono vittime del cyberbullismo anche adesso. A questi ultimi vorrei ricordare che bisogna armarsi di coraggio e denunciare sempre, non stare zitti, ma piuttosto parlarne coi genitori, con gli amici e anche a scuola dove ci sono molte persone preparate e pronte ad ascoltare e ad aiutare.

Abituati ad isolarci con i nostri dispositivi elettronici, ci dimentichiamo che intorno a noi esistono gli altri con i quali è possibile instaurare rapporti sereni, costruttivi e solidali. Potremmo però cominciare a ricordarlo ai bambini, togliendo loro i telefonini che ci fanno chiudere in noi stessi e regalando un pallone con cui possano giocare in gruppo, tutti insieme.

Sara Messina

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