GLI ADOLESCENTI DEL TERZO MILLENNIO
L’adolescenza, oggi, è caratterizzata da profondi cambiamenti che riguardano soprattutto il contesto sociale educativo in cui i ragazzi si trovano a vivere e crescere.
Sin dall’infanzia i bambini sono inseriti in contesti in cui i genitori pongono pochi limiti e dicono pochi no, però, di contro, vengono sostenute le relazioni sociali, la creatività e l’unicità di ciascuno.
Tutti questi aspetti trovano una corrispondenza anche nei valori sociali attuali, che sono quelli del narcisismo, dell’individualismo, della perfezione estetica e della popolarità.
In questo contesto l’adolescente, che ha a che fare con le trasformazioni fisiche e psichiche che lo riguardano, può sperimentare un senso diffuso di vergogna dato da un sentimento di inadeguatezza e delusione delle aspettative proprie e altrui.
Il conflitto quindi che si trova a manifestare l’adolescente oggi non è più diretto verso il mondo adulto ma verso il proprio mondo, soprattutto verso un corpo in trasformazione che delude.
Molti genitori, per il poco tempo a disposizione o per disattenzione, spesso si ritrovano accanto figli adolescenti che conoscono poco, non riuscendo a leggere i segnali di malessere che gli stessi ragazzi lanciano più o meno chiaramente.
Figli fragili che soccombono alle richieste di una società consumistica, con forti disagi sociali, a rischio di devianza o addirittura già devianti, di fronte ai quali padri e madri avvertono l’impossibilità di intervenire, delegando ad agenzie educative esterne alla famiglia di farsi carico del problema.
Ed è per tali motivi che la scuola ha il gravoso compito di attenzionare adolescenti che manifestano disagi attraverso gli sportelli di ascolto.
di Martina Giudice