Datemi un prodotto e influencero’ il mondo: la comunicazione visiva
La pandemia ha imposto alle aziende della moda la necessità di pensare a un nuovo modello di business, basato sulla digitalizzazione e la sostenibilità.
Inoltre, per la moda, contemporaneità e rilevanza sono fondamentali ed è per questo che oggi la moda vuole parlare alle nuove generazioni, perché vuole essere rilevante per quelli che acquistano oggi, ma saranno anche i consumatori di domani.
Per raggiungere questi obiettivi, lo stilista non può essere solo un designer, ma diventa una specie di direttore d’orchestra, perché deve garantire che ci sia coerenza nel progetto complessivo che un brand di moda esprime, anche nella comunicazione.
Per questo oggi i grandi marchi della moda puntano soprattutto sulla comunicazione visiva, ovvero comunicano prevalentemente attraverso delle immagini. La moda non usa slogan, non usa messaggi che accompagnano la comunicazione, perché vuole comunicare direttamente attraverso la visione del prodotto. E questa grande enfasi sulla comunicazione visiva spiega perché i social media favoriti dalle aziende di moda siano Instagram e TikTok, che sono basati proprio su foto e video.
Secondo le regole del marketing, la moda non vuole parlare genericamente a tutti, ma individua un gruppo ben preciso, cioè coloro che sono sensibili al fascino dei marchi, e si rivolge ad essi attraverso persone scelte per la loro capacità comunicativa, ovvero gli influencer.
Come viene usato TikTok dalla moda? Gli influencer hanno il compito, attraverso dei video o dei trend, di mostrare e valorizzare abiti e accessori delle aziende. Basta indossare dei capi, riprendersi e il gioco è fatto: semplice, diretto, più efficace di cento spot pubblicitari tradizionali. Il valore aggiunto è la fedeltà dei followers, che tendono ad innamorarsi all’istante di tutto ciò che viene indossato dai loro idoli.
Le aziende di moda sfruttano abilmente questo valore aggiunto, collaborando con influencer e micro-influencer, perché questi hanno un impatto più diretto con le persone e anche perché la gente si fida più di una persona che “segue” sui social che di un marchio. Se vi state chiedendo quale sia la differenza tra influencer e micro-influencer, eccovi accontentati: i primi hanno followers più numerosi e interessati alla personalità e allo stile dei loro idoli, piuttosto che ai prodotti che sponsorizzano; i micro-influencer, invece, hanno meno followers e riscuotono un maggior successo tra coloro che li seguono proprio per i suggerimenti sui prodotti, in quanto il micro-influencer non è un personaggio di successo, già noto al pubblico.
Considerato il grande fascino che questi personaggi esercitano sui giovanissimi, non resta che augurarsi che le loro “influenze” siano sempre positive e alimentino nei followers il rispetto di sé e degli altri.
Martina Sessa