L’educazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza e significa elaborare e diffondere tra i giovani la cultura dei valori civili, per educare ad una nozione profonda dei diritti e doveri;  anche  la realizzazione di murales è funzionale a raggiungere questi obiettivi. La finalità principale nella realizzazione di un murales che ha per oggetto tematiche sociali, infatti, è quella dello sviluppo in modo trasversale sia delle competenze relative all’educazione all’immagine, intesa come uso consapevole del linguaggio figurativo, sia delle competenze inerenti all’educazione alla cittadinanza attiva, intesa, in questo caso, come individuazione e utilizzo del linguaggio formale adottato dalla street art, caratterizzata spesso da un forte impegno sociale e civico. Il tema della legalità, del resto, è assolutamente centrale per le sfide che siamo chiamati a combattere, a cominciare dalla lotta per una società più giusta e democratica, in cui tutti i cittadini siano uguali di fronte allo stesso sistema di diritti e doveri. In questi giorni di grande attenzione ai problemi della sicurezza, ma anche di tanti episodi di nuova intolleranza, è giusto ricordarci che la convivenza civile è frutto di una riflessione culturale, faticosa e affascinante, che ci permette di guardare all’altro come a “un altro noi”, a una persona con cui dialogare e insieme alla quale condividere un sistema ineludibile di diritti e doveri. Tutti dobbiamo prenderci l’impegno a non vivere con paura la modernità, per cercare piuttosto una forma di convivenza che dia spazio a tutti nel rispetto reciproco delle regole della nostra società. Grazie ai murales e ad altri mezzi di diffusione della legalità, i ragazzi hanno accettato di vivere da attori positivi la sfida della cittadinanza e di essere al contempo portatori di una cultura della legalità, contro la subcultura della furbizia di tutti coloro che, slealmente, piegano le regole al solo vantaggio personale.

di Karola Pia Vullo