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COMBATTIAMO LO SPRECO ALIMENTARE!

COVID-19, ECONOMIA

La società di oggi è caratterizzata dall’elevata diffusione del consumismo che ha causato un grave problema presente in tutti i continenti: lo spreco alimentare.

Ogni anno nel mondo vengono gettate nella spazzatura milioni di tonnellate di cibo per un valore complessivo di centinaia di miliardi di dollari, somma che potrebbe essere usata per sfamare l’intera Africa subsahariana e quel miliardo di persone che nel mondo non hanno accesso a sufficienti risorse alimentari.

In Italia si parla di circa 67 kg di cibo sprecato all’anno per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate. La quota di cibo buttato via è aumentata con il lockdown del 2020 legato alla pandemia da Covid-19: le prime notizie sulla gravità del contagio hanno infatti indotto la maggior parte degli Italiani a fare scorte di cibo che poi però non hanno potuto consumare, mentre, nello stesso periodo, aumentavano le situazioni di sofferenza alimentare delle persone più indigenti. Il trend è peggiorato nel 2021: molti prodotti alimentari, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro (v. “Covid, che spreco di cibo: miliardi in fumo a causa delle chiusure”, www.quifinanza.it), sono rimasti invenduti a causa delle chiusure di bar e ristoranti decise per evitare il diffondersi del contagio.

Nonostante queste cifre siano già così alte, lo spreco alimentare sta aumentando sempre di più in Italia e nel resto del mondo, rappresentando inoltre uno dei fattori principali della crisi economica di molti Paesi.

La causa di questo aumento non è da imputare solamente allo smodato consumismo o alle conseguenze della pandemia, anche le date di scadenza troppo rigide apposte sugli alimenti e i numerosi passaggi dal produttore al consumatore nelle filiere di consumo dei cibi industriali favoriscono la crescita dello spreco.

Infatti coloro che hanno studiato il problema hanno individuato tre fasi della catena di approvvigionamento alimentare in cui si verificano gli sprechi maggiori: 1) durante la coltivazione o l’allevamento e la raccolta dei prodotti, molto cibo si perde perché conservato in luoghi non adatti o trasportato in modo sbagliato; 2) durante la fase della trasformazione industriale, molti alimenti esteticamente poco gradevoli per il consumatore vengono scartati, anche se buoni da mangiare, e a questi si aggiungono quelli invenduti; 3) infine, quando la merce arriva nelle nostre case, molti prodotti non finiscono sulla tavola, ma vengono lasciati scadere nel frigo o nella dispensa, così non viene consumato l’8 % dei prodotti acquistati e ciò causa uno spreco pari a 6,9 miliardi di euro.

Bisogna inoltre sottolineare che il grave problema dello spreco non riguarda solo il cibo: se consideriamo tutti i processi relativi alla filiera agroalimentare, dall’allevamento alla coltivazione fino al trattamento della materia prima, ci rendiamo conto che, oltre agli alimenti, vengono sprecate grandi quantità di risorse tra cui acqua, fertilizzanti chimici, combustibili fossili e risorse energetiche di ogni tipo, nonché il suolo stesso.

Nonostante una grande percentuale di cibo non utilizzato sia destinato alle discariche, oggi si cerca comunque di recuperare una parte degli alimenti: circa il 10 % di questi viene trasformato in concimi, circa il 6 % viene donato a enti caritativi e una piccola parte, invece, viene destinato a mercati secondari.

I prodotti più interessati dal fenomeno sono frutta e verdura (circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno), seguono carne e pesce (migliaia di tonnellate), infine latticini e bevande di ogni genere.

Lo spreco alimentare è dunque oggi un problema grave che sta raggiungendo dimensioni spaventose in tutto il mondo. È necessario quindi trovare una soluzione. Sarebbe auspicabile recuperare più cibo possibile in modo da evitare l’inutile utilizzo di numerose risorse e da sopperire ai bisogni alimentari di molti Paesi.

Anche noi, nel nostro piccolo, potremmo collaborare al recupero, comprando solo ciò che ci è necessario, controllando la data di scadenza di quello che abbiamo in casa e imparando l’arte della cucina di recupero che utilizza gli avanzi.

È importante ridurre lo spreco soprattutto in questo momento in cui tutto il mondo si trova in una situazione di grave emergenza a causa della pandemia da covid-19 che non solo ha messo a repentaglio le condizioni sanitarie e sociali di molti Paesi, ma anche quelle economiche, togliendo la possibilità a milioni di famiglie di portare un pasto caldo sulla propria tavola.

Simone Bellomare

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