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C’era una volta un re… con la sua splendida Favorita

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Il Parco della Favorita è il “polmone” di Palermo: un’area ricca di vegetazione che, fortunatamente, non è stata toccata dall’urbanizzazione selvaggia. Ma quando e perché è nata questa meraviglia naturale grande 400 ettari (circa 60 in più rispetto al famosissimo Central Park di New York)? Come sempre, le risposte sono nella storia…

E la storia inizia con la fuga di re Ferdinando III di Borbone da Napoli, occupata  dalle truppe napoleoniche, verso la fine del 1798. A Palermo il re pensò di fondare una riserva di caccia comprendente parte di Monte Pellegrino, la Piana dei Colli e Mondello: nacque così la Real Tenuta della Favorita, un’area boscosa dove il re poteva dedicarsi alla caccia e alle passeggiate, ma anche sperimentare nuove colture, dimenticando volentieri le faccende politiche e amministrative.

Chiamò il parco “La Favorita”, probabilmente in omaggio ad una donna con la quale aveva avviato una relazione amorosa.

Il parco era un gioiello dal punto di vista naturalistico, grazie alla sua fitta boscaglia di leccio e lentisco e alla ricca fauna, soprattutto conigli, fagiani, pernici, beccacce. Nei canali della palude erano presenti cefali e anguille. Nel parco Ferdinando ordinò anche la costruzione della sua dimora, la splendida Palazzina Cinese, frutto della ristrutturazione, ad opera di Venanzio Marvuglia, di un precedente edificio.

La palazzina è un felice connubio tra gusto orientale e stile neoclassico ed è articolata su ben cinque livelli: al seminterrato troviamo, fra l’altro, la famosa “tavola matematica”, un complesso meccanismo saliscendi collegato alla sala da pranzo al piano superiore; ai piani superiori si trovano vari locali pregevolmente decorati, destinati alla vita privata e sociale dei  reali.

Ferdinando continuò ad abbellire il parco fino al 1812, con la realizzazione dei due viali, intitolati ad Ercole e a Diana, oggi arterie viarie molto trafficate.

Dal 1860, i Savoia aprirono la Favorita al pubblico, destinandola anche all’organizzazione di eventi sportivi e mondani. Durante la Prima Guerra Mondiale il parco ospitò caserme e depositi militari; in seguito vide svolgersi alcune edizioni della Targa Florio.

Oggi la Favorita è un’area protetta, fa parte della Riserva Naturale Orientata Regionale “Monte Pellegrino”, gestita dai Rangers d’Italia, e continua ad incantare con il suo antico fascino  e con i suoi gioielli naturalistici: fra tutti, vogliamo ricordare il Patriarca della Favorita, un olivo piantato addirittura in epoca normanna.

Alessio Forestieri

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