Inclusione scolastica ai tempi del Covid-19
La pandemia da Covid-19, attualmente in corso, ha reso necessario il ricorso alla didattica a distanza. Quest’ultima, usata come strumento di emergenza, ha purtroppo favorito la dispersione scolastica, soprattutto di quelle fasce di popolazione studentesca più a rischio di esclusione e di insuccesso.
Con la didattica a distanza viene meno il contatto umano, che è uno degli aspetti fondamentali che favoriscono l’apprendimento. Una classe virtuale è asettica, priva di stimoli, motivazione, si perde anche il gusto della vita vissuta dietro i banchi di scuola. Il rapporto tra docenti e alunni ne risente molto, così come tra compagni di scuola.
Secondo gli adolescenti intervistati, tra le cause principali delle assenze dalla DAD, c’è la difficoltà delle connessioni e la fatica nel concentrarsi per seguire la didattica dietro uno schermo.
In ogni classe sono presenti alunni che, per vari motivi, richiedono una speciale attenzione e quindi c’è bisogno di continue alleanze tra figure professionali che si occupano di fornire servizi per questi alunni più bisognosi di attenzioni, per garantire loro il diritto allo studio e farli sentire integrati alla popolazione studentesca.
Gli insegnanti, in particolare quelli di sostegno, in questo delicato momento si stanno adoperando per creare un ponte tra scuola e famiglia, analizzare le singole situazioni e collaborare con i genitori. Un buona pratica è quella di produrre materiale personalizzato per chi ha bisogni speciali, mettendo a punto degli strumenti per un feedback continuo e per avere un riscontro immediato da parte degli alunni.
Molti studenti sordi, per esempio, stanno vivendo una crisi profonda poiché non riescono a comprendere le lezioni, non riescono a comunicare con i coetanei e si sentono sempre più isolati dalla comunità udente.
Anche l’uso delle mascherine chirurgiche, per gli alunni sordi, rappresenta un grosso ostacolo per la comunicazione e l’apprendimento, perché la lettura del labiale è fondamentale, come lo sono le espressioni quando si usa la lingua dei segni.
Alle problematiche create dalla distanza e dall’uso delle mascherine, si aggiunge una riduzione delle ore di assistenza specialistica per carenza di fondi da parte dei comuni che devono finanziare il servizio. Si può comprendere bene come tale decisone sacrifichi completamente il diritto allo studio dello studente sordo, in quanto nell’attuale situazione è ancora più importante poter contare sull’intermediazione dell’assistente alla comunicazione, per tutto l’orario scolastico. Ma così non avviene, anzi lo studente sordo è sempre più isolato a causa del difficile momento che non fa altro che accentuare le difficoltà già preesistenti.
Il caso degli studenti sordi è solo emblematico e può essere riferito a tutti quegli studenti fragili che necessitano di supporto costante e in presenza del personale scolastico ma soprattutto delle relazioni umane con i compagni che rappresentano la spinta motivazionale all’apprendimento.
Luana Faija