La cultura d’impresa
Dal 5 al 20 novembre 2020 si è svolta la XIX settimana della cultura d’impresa dal tema ““CAPITALE ITALIA. La cultura imprenditoriale per la rinascita del Paese”.
Forse mai come quest’anno è stato importante riportare l’attenzione sul ruolo dell’impresa e dell’imprenditore, motori di innovazione, creatori di ricchezza, propulsori di benessere e coesione sociale, per raccontare l’impegno costante delle nostre imprese sui territori e per rendere possibili le interazioni virtuose che si generano con la comunità territoriali.
L’impresa è cultura e la cultura d’impresa è un asset fondamentale di competitività, soprattutto oggi per progettare la ricostruzione dopo la crisi generata dalla pandemia. La cultura d’impresa è la sintesi tra sapienza umanistica e conoscenza scientifica, tra bellezza e qualità del “fare, e fare bene” che domina il tessuto produttivo italiano, capace di reggere le sfide dell’evoluzione dei mercati e dei tempi. Le imprese sono il vero motore di sviluppo sostenibile, delle comunità ricche di intraprendenza, passione, resilienza e inclusione sociale: sono il motore fondamentale del cambiamento positivo e i loro valori sono oggi elementi essenziali per rilanciare la crescita economica e sociale.
La settimana che si è appena conclusa ha visto numerose iniziative che mirano a raccontare la voce degli imprenditori, quelli veri, quelli che non si sono mai fermati e che credono fermamente nella rinascita del nostro Paese. “Ciò che caratterizza l’Italia è la capacità di resilienza, che vale molto più che per altre nazioni. Basti pensare a tutti i fatti che hanno caratterizzato gli ultimi novant’anni della storia del nostro Paese: dalla grande depressione del 1929 ai due conflitti mondiali, dagli anni del terrorismo a quelli della stagione di Mani Pulite fino alla più recente grande recessione del 2008. Da tutto questo l’Italia si è ripresa e ricostruita, lentamente e faticosamente” è quanto affermato da Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa. “Dal passato e dalla conservazione della memoria – custodita anche grazie all’impegno delle imprese italiane e dei loro archivi e musei – dobbiamo cogliere le chiavi per superare questa ennesima sfida contemporanea avendo ben presente che non si può essere resilienti senza innovare e viceversa è impensabile essere innovativi senza essere resilienti nei periodi di crisi e di difficoltà”.
È proprio lo sguardo privilegiato ai giovani che costruiranno il futuro che si sono concentrate le più importanti interlocuzioni in queste due settimane, coinvolgendo diverse scuole e giovani studenti desiderosi di contribuire attivamente a costruire il futuro.
Cultura d’impresa è discussione, rottura di schemi ormai obsoleti, integrazione in modo consapevole e lungimirante nel sistema economico e sociale; è curare lo sviluppo dell’azienda, del territorio, del Paese, attivando un circolo virtuoso al servizio dei consumatori. È farsi carico di obiettivi che vanno oltre il profitto, significa proiettarsi verso il futuro progettando interventi creativi ed innovativi, valorizzando le risorse, soprattutto le risorse umane, mostrando attenzione ai bisogni e alle esigenze non solo dei consumatori, ma anche della propria forza lavoro. I valori alla base della cultura d’impresa non possono essere altro che dedizione, responsabilità, onestà, lungimiranza, rispetto, affidabilità; ma la risorsa principale, l’unica che possa crescere la cultura d’impresa siamo noi, esseri umani, dotati di potenziale, spesso inespresso, ma capaci di pensare e creare fuori dagli schemi.
E l’invito è proprio rivolto ai più giovani: “Siate affamati! Siate folli!” (S. Jobs)
Alessandramarina Dia