Sibilla Aleramo : “ Una donna”
“Un libro, il libro…Ah, non vagheggiavo di scriverlo, no! Ma mi struggevo, certe volte, contemplando nel mio spirito la visione di quel libro che sentivo necessario, di un libro d’amore e di dolore, che fosse straziante e insieme fecondo, inesorabile e pietoso, che mostrasse al mondo intero l’anima femminile moderna”
Questo passo tratto dal romanzo “Una donna“ (1901-1904) di Sibilla Aleramo, nata ad Alessandria nel 1876, scrittrice e donna molto criticata ai tempi per le sue numerose e tormentate storie amorose e per la sua modernità.
Il romanzo, autobiografico, racconta la vita di Sibilla fin dall’infanzia, definita di intensa felicità, soprattutto per il rapporto con il padre.
Egli fu per lei un punto di riferimento: un uomo forte, libero e intraprendente. Tuttavia i suoi occhi non si accorgevano del dolore della madre, tradita e sola. Solo dopo il tentato suicidio Sibilla vide il padre e la madre in modo diverso: il padre traditore e insensibile al dolore che procurava alla moglie, la madre che sopportava il peso di quell’infelicità chiusa in una casa di cura.
Di lei scriveva:” Povera, povera anima! Non le erano valse la bellezza, la bontà, l’intelligenza. La vita le aveva chiesto della forza: non l’aveva. Amare e sacrificarsi e soccombere! Questo il destino suo e forse di tutte le donne?”
Le sue considerazioni sul destino delle donne divennero sempre più profonde e rivoluzionarie per i tempi.
A 15 anni fu violentata da un operaio della fabbrica paterna e dalla violenza nacque un bambino che poi abbandonerà, ma che è sempre presente nel romanzo. Scrive di lui perché ha bisogno che il figlio capisca, la perdoni e non la giudichi. Sibilla è una donna tesa al cambiamento, curiosa, intelligente, riflessiva; ma, quello che la contraddistingue è la temerarietà a costo di restare sola.
Questo romanzo mette a nudo l’autrice nel senso più profondo: i suoi anni senza amore e quelli trascorsi nella speranza di colmare questo vuoto.
Sicuramente, per i tempi in cui visse, la possiamo definire una pioniera del cambiamento.
Cambiamento che molte donne ormai da tempo hanno affrontato, ma a quale prezzo? Ormai da anni le donne che non si sottomettono e reagiscono subiscono violenza e spesso perdono la vita.
La cultura maschilista non cambia, la donna è sempre un oggetto di proprietà del compagno, del marito e quando si ribella in nome della sua dignità umana quasi sempre peggiora la sua situazione.
Allora più che mai il pensiero di Sibilla è attuale: “questo è il destino di tutte le donne?”
Aurora Fazzone