I magnifici anni ‘80
Secondo me, una delle decadi più belle e significative del secolo appena trascorso è sicuramente quella degli anni ’80, soprattutto per l’ottima musica che ha caratterizzato quel periodo. E’ l’epoca infatti di cantanti straordinari, famosi ancora oggi, come Madonna, Phil Collins, i Duran Duran e la compianta Whitney Houston. Fra tutti però emerge Michael Jackson, l’artista più premiato della storia che, anche dopo la sua morte, avvenuta prematuramente nel 2009, è stato uno dei cantanti più “scaricati” da Internet di tutti i tempi. Jackson non era solo un cantautore, era anche un ottimo ballerino, un attore, un produttore discografico e un coreografo di ottimo livello.
Per l’Italia gli anni ’80 sono stati fantastici per quanto riguarda lo sport: in particolare nel 1982 la nazionale di calcio vinse il terzo campionato mondiale, battendo la Germania Ovest per 3-1 in una splendida e indimenticabile notte spagnola in cui tutti gli Italiani, uniti al loro presidente Pertini, esultarono alla vista del capitano Dino Zoff che alzava la coppa vinta dopo una serie di splendide vittorie come quelle contro l’Argentina di Maradona e il Brasile dei grandi campioni Sòcrates, Zico e Falcao. Ma questa non fu l’unica vittoria dell’82: Saronni vinse il mondiale di ciclismo e la Ferrari il campionato di Formula1.
L’Italia di questi anni visse anche altri successi: è il momento, infatti, dell’affermazione di grandi stilisti come Valentino, Trussardi, Armani, Dolce & Gabbana, Prada, Gucci e Versace; Milano sostituì Parigi e Londra come capitale della moda e Laura Biagiotti presentò la prima sfilata di abiti italiani nella Cina che, dopo la morte di Mao, cominciava ad aprirsi al mondo occidentale.
Musica, sport e moda costituirono gli interessi prevalenti degli anni Ottanta durante i quali si andò affermando uno stile di vita che è stato giudicato, nei decenni successivi, piuttosto frivolo, perché si poneva come obiettivo la felicità individuale e l’affermazione personale e abbandonava l’impegno sociale e politico. In realtà si trattò di una reazione ai terribili “anni di piombo” dei dieci anni precedenti, caratterizzati dal terrorismo. Ma una tremenda sciagura, avvenuta il 26 aprile del 1986, ricondusse le giovani generazioni alla partecipazione attiva al dibattito sui problemi civili: il reattore nucleare della centrale di Chernobyl, nell’attuale Ucraina, esplose e si incendiò, rilasciando nell’atmosfera una grande quantità di materiale radioattivo che contaminò tutta l’Europa. Le conseguenze furono terribili: l’area interessata dal disastro è tuttora disabitata, perché radioattiva; le 65 persone intervenute sul posto per riparare i danni sono morte e, nel corso degli anni, molti degli abitanti della zona si sono ammalati di tumore.
Il disastro di Chernobyl riaccese la discussione sull’uso del nucleare, ma vi furono anche altre manifestazioni di impegno civile che culminarono, il 9 novembre 1989, con l’abbattimento del Muro di Berlino, il simbolo della guerra fredda. La caduta del Muro fu un avvenimento di grande importanza che fece sperare in un futuro di pace e prosperità in un’Europa unita e solidale. Non per nulla, infatti, fra i ragazzi accorsi da tutta l’Europa per picconare la barriera berlinese vi era anche un giovane David Sassoli, futuro presidente del Parlamento Europeo.
Gli anni ’80, dunque, hanno rappresentato sia un momento di spensieratezza dopo i lugubri anni di piombo sia un periodo di rinnovamento in cui era possibile sognare un mondo futuro multiculturale e in pace e, se avessi potuto decidere l’epoca in cui vivere, gli anni ‘80 sarebbero stati indiscutibilmente la mia scelta.
Carlo Dinatale