Un imprenditore contro il pizzo
Mercoledì 11 novembre 2021 l’istituto Einaudi-Pareto di Palermo ha organizzato un incontro con l’imprenditore Giuseppe Piraino, l’uomo diventato famoso perché ha avuto il coraggio di denunciare le richieste di pizzo da parte della mafia, riprendendole con dei video, poi diventati virali sui social.
L’imprenditore ha raccontato che l’episodio è accaduto nel suo cantiere presso il quartiere di Borgo Vecchio, dove già da alcuni mesi gli veniva chiesta una somma di denaro da pagare per “stare tranquillo”.
Giuseppe alla richiesta reiterata nel tempo ha voluto ribellarsi e armandosi di coraggio ha deciso di indossare una microcamera nascosta nella camicia, con la quale è riuscito a riprendere il tentativo di estorsione e a denunciare fornendo il video come prova dell’accaduto.
A questo punto per il mafioso non c’è stata via di fuga ed è quindi stato condannato a nove anni di galera.
Tra le minacce che ci ha raccontato l’imprenditore c’è stata pure la richiesta del 3% sui lavori nei suoi cantieri, che venivano addirittura bloccati da alcuni individui del quartiere che non permettevano agli operai di eseguire le opere edilizie.
Gli operai anche loro spaventati hanno però deciso di aiutare l’imprenditore inviando foto di targhe e riferendo quello che accadeva in cantiere durante le visite indesiderate.
Nel primo video, che Piraino ci ha mostrato, il pizzo viene chiesto da un signore anziano con un’aria inoffensiva al quale l’imprenditore, che si era preparato per l’incontro, tira fuori dalla tasca una foto di Falcone e Borsellino mostrandola al mafioso che non si aspettava, sicuramente, quel tipo di risposta.
Piraino però non ha fatto arrestare un solo mafioso ma molti di più e questo potrebbe aver fatto crescere la rabbia dei mafiosi, fatto di cui è sicuramente consapevole, ma come dice lui “meglio morti che sottomessi alla mafia”.
In occasione di questo incontro è stata data a noi studenti l’opportunità di fare qualche domanda a Giuseppe Piraino.
E’ stato chiesto se avesse una scorta e l’imprenditore ha subito risposto che non ha una scorta h24 ma una provvisoria, che può chiamare nei momenti in cui teme per la propria sicurezza, questa scorta si reca nel posto indicatogli e si accerta di vedere Giuseppe, attende che faccia quel che deve fare e quando lui va via anche la scorta si ritira.
Giuseppe ha sottolineato che secondo lui è giusto utilizzare questo tipo di scorta, perché con la scorta permanente, anche se non in molti, c’è stato chi se n’è approfittato, e ha aggiunto ironicamente che con la scorta h24 non ci sarebbe più privacy e se andasse a comprare un paio di “mutandine leopardate” la scorta lo saprebbe.
Gli è stato anche chiesto cosa ne pensava la sua famiglia e la risposta è stata che i suoi familiari nonostante la paura sostengono il marito/padre nella sua scelta di lotta contro la mafia.
Un’altra curiosità da parte di noi ragazzi ha riguardato il modo in cui stanno vivendo il momento i suoi figli. A questo punto è intervenuta la figlia che era presente e seduta tra di noi.
La ragazza ha riferito che le capita di avere paura o di sentirsi osservata quando si trova per strada e sui mezzi pubblici ed è più che consapevole che la mafia potrebbe vendicarsi anche su di lei domani, tra due o magari dieci anni.
Piraino ci ha anche raccontato che gli è capitato di recarsi con sua moglie e una delle sue figlie ancora piccole nel passeggino a mangiare pasta con le vongole alla Vucciria dove ha sentito fischi e frasi non molto carine e minatorie nei suoi confronti, ma ha ugualmente mangiato la pasta commentando inoltre che era molto buona.
Per concludere ha riferito a noi studenti che la sua protezione siamo proprio noi, questo perché si augura che un giorno nessuno pagherà il pizzo indebolendo così la mafia.
Personalmente penso che Giuseppe Piraino sia stato particolarmente coraggioso ad opporsi alla Mafia denunciando e portando prove evidenti alla polizia pur essendo a conoscenza di tutto quello che potrebbe capitargli.
Federica Marchese