made in italy

Salvare il Made in Italy dipende anche da noi

ATTUALITA'

L’esportazione del made in Italy nel resto del mondo è sempre stato un fattore determinante per lo sviluppo e la crescita dell’economia italiana. Quest’esportazione ha individuato generalmente il suo target nelle classi abbienti, che  potevano permettersi di sostenere dei costi alti in cambio di un’alta qualità, sempre mantenuta dalle merci italiane; qualità conferita dall’unicità del territorio italiano e dalla nostra cultura tradizionale, strettamente legata all’artigianato. Un  esempio significativo sono i vini prodotti in Sicilia o nel Trentino Alto Adige, o anche i vetri veneziani, da sempre considerati sinonimo di buon gusto presso le  classi aristocratiche, che li sceglievano per  decorare i loro palazzi.

Con l’andare dei secoli queste caratteristiche si sono sempre  più consolidate e addirittura sono state emulate dai mercati esteri, per replicarne l’evidente successo.

Oggi le aziende italiane  devono misurarsi con un mercato globale, in cui operano industrie molto competitive; tale competitività molto spesso è data  dal mantenimento di prezzi bassi, resi possibili da altrettanto bassi costi di produzione e distribuzione dei prodotti, cosa che spesso  va ad incidere  sulla qualità della merce. E’ noto a tutti come il mercato sia invaso da prodotti di fabbricazione estera, non solo di qualità mediocre, ma talora non rispettosi delle più elementari norme di sicurezza. Per questo molte industrie italiane si ritrovano a non poter mantenere la qualità dei loro prodotti, cercando di  adeguarsi al mercato.

A fronte di questo, certamente, esistono ancora nel nostro Paese molte industrie  che hanno scelto di mantenere la qualità dei loro  prodotti, puntando soprattutto ad una clientela esigente e consapevole, in grado di apprezzare la superiorità del made in Italy. Il fatturato di queste aziende, che spaziano dall’abbigliamento di lusso alle pelletterie pregiate, dagli accessori di moda all’alimentare DOC,  costituisce una voce importante del nostro bilancio. Ma un altro pericolo incombe: capita infatti che i marchi vengano usati in modo fraudolento da aziende straniere che vogliono sfruttare il valore aggiunto della qualità italiana, danneggiando i nostri produttori.

Cosa si può fare per ovviare a questi problemi? A mio avviso, la soluzione più efficace sarebbe rendere i consumatori più informati e consapevoli sulle caratteristiche dei prodotti originali, sulla provenienza dei prodotti che acquistano,  sui materiali che vengono usati per la loro produzione e sulle modalità di lavorazione, anche in  riferimento alla condizione dei lavoratori e all’impatto sull’ambiente: non più, dunque, consumatori emotivi, ma consumatori razionali, con  strumenti adeguati per attuare consumi sempre più consapevoli.

Margherita Violante

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