Leonardo Sciascia, il politico scrittore
Oggi si commemorano i 100 anni dalla nascita di un importante scrittore, insegnante, giornalista e politico italiano: Leonardo Sciascia.
Egli nacque infatti l’8 gennaio 1921 in Sicilia, a Racalmuto, nella provincia di Agrigento.
Negli anni della sua formazione acquisì un ricco bagaglio culturale e maturò un pensiero illuminista e antifascista, grazie al suo interesse per la lettura di scrittori francesi, americani e russi e la conoscenza di due grandi insegnanti: lo scrittore Vitaliano Brancati e Giuseppe Granata. Questa formazione trova riscontro in molte sue opere e negli ideali politici e culturali che ebbe l’opportunità di mettere in pratica, poiché, oltre ad essere stato un autore di rilievo per i suoi scritti, un insegnante di scuola elementare e un giornalista per alcune testate, fu anche un politico, a partire dalle prime esperienze da consigliere comunale per il Partito Comunista a Palermo, fino all’elezione a deputato nelle liste del Partito Radicale, nel 1979. Da deputato, partecipò attivamente alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e sull’assassinio di Aldo Moro; condannò fermamente gli atti terroristici e la mafia, ma allo stesso tempo non mancò di esprimere critiche nei confronti dello Stato italiano, tanto che gli fu attribuita la frase “né con lo Stato né con le Brigate Rosse”, per indicare il suo giudizio severo anche nei confronti dei lati oscuri della politica.
L’impegno politico di Sciascia influenzò molto i temi dei suoi romanzi, che furono principalmente opere sulla mafia, sul terrorismo, sulla Sicilia e sulla questione meridionale. Tra i romanzi ricordiamo “A ciascuno il suo”, “Il contesto”, “Todo Modo”, “Il giorno della civetta”, forse il più importante, sicuramente il più famoso. Quest’opera, da cui fu tratto anche un film di Damiano Damiani, ha una grande forza di denuncia ed è considerata un giallo atipico, poiché racconta gli sforzi senza successo di un carabiniere, il capitano Bellodi, per incastrare sicari e mandanti di un omicidio; dunque, emerge da parte di Sciascia la consapevolezza di come la mafia sia un potere presente ed infiltrato nelle realtà sociali e politiche e di come vinca grazie alle sue complicità, cosa che non accade spesso in un tipico racconto giallo, dove alla fine è la giustizia a trionfare.
Mariachiara Iride