La pasta: una bontà dalle origini antiche
Di qualsiasi formato, con i più disparati condimenti, dal più elaborato al più semplice, la pasta è oggi l’alimento più amato e presente nelle nostre tavole, tanto da meritarsi una giornata mondiale a lei dedicata.
Il 25 ottobre si è infatti celebrata la Giornata Internazionale della Pasta, alimento protagonista delle nostre tavole le cui origini risalgono probabilmente al Neolitico, quando l’uomo comincia a coltivare i cereali e impara a macinarli, impastarli con acqua e cuocerli.
Le prime testimonianze relative alla pasta risalgono al IV secolo a. C.: in una sua commedia Aristofane descrive la legana, un impasto di acqua e farina lavorato e tagliato a strisce. Durante questo periodo la pasta è conosciuta soprattutto nel Mediterraneo e nell’Estremo Oriente: infatti viene prodotta principalmente in Cina e in Italia, con materie prime e tecniche differenti. In particolare Etruschi e Romani amano la legana imbottita di carne e cotta al forno.
Durante il Medioevo vi è un fiorire di innovazioni riguardanti non solo il formato, ma anche la cottura: la pasta, che può essere forata, ripiena, fresca e che viene sempre accompagnata dai condimenti tipici dei diversi luoghi, ora viene bollita.
È però agli arabi che si deve l’introduzione dell’essiccazione che consente di conservare la pasta anche durante i lunghi viaggi nel deserto. Dagli scritti di al-Idrisi, geografo arabo al servizio del re di Sicilia Ruggero II, sappiamo che nell’isola, in particolare a Trabia, era prodotta una grande quantità di pasta che veniva esportata in numerosi paesi sia musulmani sia cristiani. In particolare Idrisi menziona la “tria” (dal nome arabo itriya), una pasta essiccata e lavorata con piccoli cilindri forati che viene considerata l’antenata degli attuali maccheroni.
Nell’età moderna, con lo sviluppo delle macchine, che ne rende più facile e veloce la produzione, la pasta diminuisce di prezzo e si diffonde anche fra i ceti popolari e più poveri.
Con le due rivoluzioni industriali il processo produttivo diviene sempre più meccanizzato. Già nel 1870 i primi torchi idraulici meccanizzano l’impasto dell’acqua con la semola e a partire del 1900 avviene un importante aumento di produzione ed esportazione.
Pian piano quindi la pasta si è diffusa in tutto il mondo e oggi è sinonimo di tradizione e semplicità, è il simbolo della dieta mediterranea e viene apprezzata in tutto il mondo.
Se la pasta secca, quella fresca o quella all’uovo sono le tipologie più comuni e più usate, esistono in commercio anche la pasta integrale e quella dietetica (a cui vengono aggiunte fibre alimentari, vitamine e sali minerali), usate soprattutto dai diabetici o dai celiaci, e le paste di vari colori ottenute unendo all’impasto altri alimenti come, per esempio, gli spinaci per ottenere il verde, lo zafferano per il giallo e le carote per l’arancione.
Il 25 ottobre, per rendere omaggio a questo prezioso quanto gustoso alimento, in Italia si ricordano i piatti di pasta tipici di ogni regione e così, in questo periodo di limitazione degli spostamenti a causa del diffondersi del Covid-19, si è potuto organizzare almeno un tour dei sapori d’Italia, partendo dagli agnolotti piemontesi e dalle trofie liguri, passando per i bucatini del Lazio e i pici toscani e giungendo infine alle orecchiette pugliesi e agli anelletti siciliani.
Come dimostra la ricca varietà di piatti regionali, la pasta rappresenta il simbolo della nostra tradizione culinaria, ma è anche, per noi Italiani e per tutto il mondo in cui questo alimento è ormai conosciuto e apprezzato, il “cibo buono” per antonomasia, perché, grazie alle sue proprietà nutritive e alle sue infinite combinazioni di sapori in grado di accontentare i palati più esigenti, permette di unire salute e gusto.
Simone Bellomare