LA GRANDE DEPRESSIONE
Una delle crisi più note della storia ebbe luogo in America nell’anno 1929 ed ebbe fine nell’anno 1933.
Il boom economico che gli USA avevano sperimentato quasi ininterrottamente, dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, aveva contribuito all’espansione delle nuove tecnologie tra cui telefono, radio ed energia elettrica. Nel dopoguerra si incrementò anche all’industria automobilistica e conobbero una rapida crescita anche i settori delle costruzioni e del petrolio.
Il giorno della crisi è ricordato come il Giovedì Nero quando avvenne un crollo delle quotazioni dei titoli della borsa di New York a Wall Street.
La politica monetaria, fortemente espansiva della riserva federale, rese disponibili a banche e individui una quantità rilevante di liquidità, impiegata in larga parte in acquisto di azioni quotate a Wall Street da parte di privati, anche per il tramite di investmenti trust.
La crisi fu provocata dagli acquisti e dalla diffusione delle vendite a rate, tra il 1920 e il 1929: periodo ricco per l’America che spinse molti ad investire in titoli azionari.
La tecnica di acquisto delle azioni si svolgeva tramite contratti di “riporto”, cioè tramite contratti conclusi dagli investitori privati con gli operatori di borsa, questi ultimi fornivano ai propri clienti, a prestito, la liquidità necessaria agli acquisti di titoli ricevendo, come garanzia, i titoli medesimi, con l’obbligo di restituzione del prestito stesso a scadenza ravvicinata, di solito un mese.
Gli operatori di borsa, a loro volta, si finanziavano presso le banche portando in garanzia i titoli azionari consegnati loro dai propri clienti “a riporto. L’aumento della domanda dei titoli portò ad un aumento delle loro quotazioni, quando il periodo, se così si può dire, “ricco” degli USA stava per volgere al termine. Nel marzo del 1929, i segnali di un possibile crollo del mercato borsistico erano stati avvertiti dalla Riserva Federale che decise di non agire. Nel settembre dello stesso anno, l’indice di borsa iniziò a muoversi in modo irregolare con una tendenza al ribasso. Tutti coloro che erano in possesso di titoli per non rischiare una grave perdita iniziarono a vendere in massa, ciò provocò il crollo della borsa, in pochi giorno le azioni persero il proprio valore del 40%.
L’inizio di questo periodo fu denominato GRANDE DEPRESSIONE ed è ricordato per la chiusura di molte fabbriche e per avere provocato la disoccupazione di massa della popolazione.
La crisi in poco tempo si estese sino a raggiungere i paesi europei. Le banche, che in quel periodo avevano concesso prestiti, iniziarono ad aumentare il tasso di interesse e chiesero il rientro dei prestiti “a breve”. Per tale motivo molti vendettero i propri titoli. La paura che le banche potessero fallire indusse i risparmiatori a precipitarsi in massa in banca per ritirare i propri risparmi.
Tutti coloro che avevano investito in borsa rimasero senza più denaro e di conseguenza i consumi iniziarono a ridursi. Ciò provocò una sovrapproduzione di beni che portò alla chiusura di innumerevoli imprese.
Federica Marchese