Ninni-Vaccarella

L’ automobilismo nel sangue

PERSONE E PERSONAGGI, SPORT

Oggi avrebbe compiuto 89 anni, ricordiamo Nino Vaccarella “Il preside volante”.

Da ragazzo andava a vedere la Targa Florio, inaugurata nel 1906 da Vincenzo Florio, a cui partecipavano grandi piloti dell’epoca e sognava di diventare anche lui un grande pilota.

I primi esordi da guidatore non furono dei migliori: amava la velocità e da giovanissimo distrusse la macchina del padre, Giovanni, e del cognato. In seguito all’incidente il padre gli proibì di usare macchina. Fu così che cominciò a “rubare” quella della mamma, Giuseppina, Direttrice della scuola “La casa dei bambini Maria Montessori”.

La sera andava nel garage, dove era custodita , alzava la saracinesca, lentamente per non fare rumore, e con gli amici la spingeva a motore spento fino alla strada. Nel 1956 muore il papà e comincia a gestire la scuola fondata dal padre, l’Istituto Tecnico Commerciale Oriani, assieme alla sorella Ada che aveva il ruolo di preside, mentre Nino di Vicepreside.

Nello stesso anno inizia la sua carriera, partecipa alla Rigano-Bellolampo con la Fiat 1100 del padre.

Nel ’57 acquista la sua prima macchina, la Lancia Aurelia 2500, una macchina la cui potenza lo esaltava.

Dopo due anni con la Maserati partecipa alla gara di Pergusa, piazzandosi primo.

Il popolo siciliano era entusiasta perché altri piloti, il Barone Musumeci e il Barone Pucci, si erano cimentati ma senza successo.

Tra le gare in salita partecipa e vince la Monte Pellegrino, la Trapani Erice, la Coppa nissena.

La svolta avviene con la scuderia “Serenissima”, quando ne diventa pilota ufficiale e partecipa a diverse gare su pista e in salita, ed è proprio durante queste gare che viene notato da Enzo Ferrari.

Dopo qualche tempo, nel ’63, il sogno si avvera, Enzo Ferrari lo ingaggia come pilota della scuderia Ferrari. Non rimane a Maranello con i compagni, preferisce tornare nella sua Palermo per continuare il suo impegno a scuola  anche perché, come lui stesso dirà in una intervista, “la nebbia gli toglieva il respiro” essendo abituato al bel clima siciliano.

La prima gara a Sebring  la vince, ma per una svista dei cronometristi che non si accorgono che la vettura gemella aveva fatto un pit stop in più, la proclamano vincitrice. Segue la partecipazione alla Targa, che non potè disputare in seguito al ritiro della patente a causa di un incidente. La successiva gara del Nurburgring è sfortunata, ha un incidente e rischia l’amputazione del braccio destro,  che gli salverà’ il chirurgo Scaglietti a Firenze.

La 24 h di Le Mans-1964
La 24h di Le Mans-1964

Nel ’64 arriva la grande vittoria, la 24 h di Le Mans , una grande passerella non solo di auto ma anche di grandi personaggi: Re Baldovino, Agnelli, Ranieri di Monaco, rappresentanti delle maison du mode, come Dior con le sue modelle. Di questa gara resta memorabile la sua assenza alla premiazione dovuta alla sua serietà di educatore, oltre che di pilota perché alla fine di ogni gara ritornava a gestire il suo Istituto accanto alla sorella. Sempre nel 1964 ritorna al Nurburgring vincendo la gara.

Dei suoi grandi compagni Bandini, Scarfiotti, Giunti ne parlava sempre con grande affetto e  rimpianto, sostenendo che la sua vera grande vittoria era stata quella di rimanere vivo.

Partecipa a diverse Targa Florio, una delle kermesse più prestigiose del mondo, ma ne vince solo tre. Molti, quando parlano di Nino, lo definiscono l’idolo dei siciliani e della Targa Florio, ma lui preferiva essere ricordato come il pilota che ha fatto conoscere la Sicilia nel mondo nel campo automobilistico. Oltre ad essere pilota ed educatore sarà anche giornalista sportivo del Giornale di Sicilia .

Daniela Garofalo

 

Nota dell’autrice

Mi piace ricordare Ninni, così lo abbiamo sempre chiamato noi nipoti, come un uomo ironico, scherzoso e gioviale. Sempre pronto a giustificare le azioni degli altri.

Io ero la sua “Bubbo” e ricordo, con un sorriso, le sue scorribande nelle strade di Palermo, guidava persino con il braccio ingessato.

Ricordo anche quando mia Nonna gli intimava, con la sua aria severa da Direttrice, “ TI DEVI RITIRARE” e lui proseguiva la sua passione incurante dell’imperativo categorico della madre.

Spesso, trascorrevo interi pomeriggi con lui, naturalmente nelle varie officine dei suoi meccanici.

Una volta andammo insieme al quartier generale di Cerda, dove venivano custoditi i prototipi che avrebbero partecipato alla Targa Florio, avevo appena 11 anni e l’autostrada terminava a Termini Imerese. Allora aveva un Alfa GT e ricordo che da Cerda a Palermo , fin davanti al ristorante dove mangiammo, impiegò appena 20 minuti. Inutile dire che avevo il cuore in gola…

Ricordo anche con piacere le passeggiate a Petralia , dove amava andare in estate, ed era d’obbligo fermarsi al bar della piazza per gustare la granita di limone, specialità di Petralia Soprana.

Lungo la strada la macchina scivolava silenziosa e veloce, non sentivi le curve, tagliate a regola d’arte. La sua guida era gentile e sicura, sembrava che parlasse alle curve. Sono felice di essermi presa cura di lui negli ultimi tre mesi della sua vita e credo di non peccare di presunzione affermando che Nino Vaccarella è e rimarrà per sempre un mito dell’automobilismo internazionale e del fair play. E anche il mio “mito”…Rimarrai per sempre nei nostri cuori.

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