JEFF BEZOS: LA SFIDA DELL’INNOVAZIONE
“Sperimenta pazientemente, accetta i fallimenti, pianta semi, proteggi gli alberelli e alza la posta quando si vede il piacere del cliente”.
Poche parole che rispecchiano perfettamente la persona e il percorso di Jeff Bezos, l’uomo che ha segnato in modo indelebile il mondo dell’e-commerce con la creazione di Amazon.com, la più grande Internet company.
Nato il 12 gennaio 1964 ad Albuquerque, nel New Mexico, Bezos si laurea a Princeton in ingegneria elettronica, ma fa carriera nel settore finanziario, diventando a soli trent’anni vicepresidente del fondo d’investimenti D. E. Shaw & Co. Ma il ruolo di vicepresidente gli sta stretto, pertanto lascia la D. E. Shaw & Co. per seguire un’idea che gli era venuta in mente già alla fine dei suoi studi a Princeton: creare un’azienda legata a un nuovo tipo di commercio, quello online.
Considerati l’ampiezza del mercato librario mondiale, il prezzo relativamente basso a cui possono essere venduti i singoli libri e l’enorme numero di titoli disponibili in stampa, Jeff decide di dedicarsi alla vendita online di libri, investendo di tasca propria diecimila dollari. Così nel luglio del 1995, nel garage della casa in affitto di Bezos a Seattle, nello stato di Washington, nasce “Cadabra”, la libreria online. Quando, però, il primo consulente legale della società fa notare che il nome ricorda il termine inglese cadaver (cadavere), Bezos decide di cambiare la denominazione della sua azienda e crea Amazon.com. Il nuovo nome non è scelto a caso: è il nome del fiume più grande del mondo, il Rio delle Amazzoni, e rappresenta il progetto ambizioso del giovane imprenditore; ricorda inoltre un luogo esotico e diverso, proprio quello che doveva essere la nuova impresa nel mondo del web; infine, fatto non poco importante nella strategia di marketing, un’azienda con la “A” come lettera iniziale sarebbe stata in cima a qualsiasi elenco alfabetico. In realtà Bezos lascia poco al caso e anche la scelta di Seattle come sede della sua impresa è ben ponderata: la città è infatti vicina a un grande centro di distribuzione di libri in Oregon e, negli anni ’90 dello scorso secolo, insieme alla Silicon Valley costituiva il principale polo informatico degli Stati Uniti.
All’inizio la crescita dell’azienda è molto lenta, creando perplessità fra gli azionisti, ma ciò permetterà ad Amazon.com di uscire indenne dallo scoppio della bolla speculativa delle dot.com che, agli inizi del XXI secolo, fece fallire numerose imprese del settore. Al contrario, da questo momento l’azienda ha aumentato sempre più i suoi ricavi grazie all’intuito del suo fondatore e alla diversificazione dell’offerta. Infatti Jeff Bezos crea un vasto e variegato mercato di beni e servizi che comprende Amazon Studios, che produce fumetti, film e show televisivi, Amazon Instant Video, una piattaforma streaming che permette di vedere migliaia di film, serie TV, documentari, anime, film d’animazione e, dalla stagione 2021/22, le dirette in esclusiva delle migliori partite della UEFA Champions League e della Supercoppa UEFA, Amazon Echo, la linea di altoparlanti che, grazie al collegamento a Internet, permettono ad Alexa (il sistema di intelligenza artificiale di Amazon in grado di riconoscere ed elaborare i comandi vocali e di attingere dal web le informazioni necessarie per soddisfare le richieste dei clienti o per eseguire le indicazioni ricevute) di capire e rispondere nel linguaggio umano, Amazon Prime Air, il servizio di consegna rapido dei prodotti Amazon tramite droni, Twitch, la piattaforma di livestreaming dedicata ai tornei di videogiochi, e Amazon Go, il supermercato senza casse che conteggia quanto si è acquistato grazie a un sistema di intelligenza artificiale basato sul machine learning.
Tutto è cambiato, quindi, dai tempi in cui Bezos, agli inizi della sua impresa, lavorava in un piccolo ufficio caratterizzato dalla scritta Amazon.com fatta con una bomboletta spray su un pannello di plastica (si dice che Jeff tenga la foto che lo ritrae nel suo garage-ufficio come memento motivazionale); oggi la sua azienda è un colosso dell’e-commerce che ha ”1,3 milioni di dipendenti talentuosi, è al servizio di milioni di clienti e aziende […] è riconosciuta come una delle società di maggiore successo al mondo” e ha raggiunto “i 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato” (in «Jeff Bezos lascia la carica di CEO di Amazon: “Non vado in pensione. Continuate a inventare”», www.huffingtonpost.it, 03 febbraio 2021) grazie all’impegno di un imprenditore che ha creduto nel suo sogno nonostante le critiche degli scettici e che oggi, dopo aver lasciato la carica di CEO della sua creatura, rimanendo però presidente esecutivo, si dedica a nuove iniziative e a nuove sfide, concentrandosi sulle altre sue attività che ha intrapreso negli ultimi anni, come quella legata alla Blue Origin, la sua azienda spaziale con cui vuole offrire a tutti la possibilità di viaggiare nel cosmo.
Purtroppo, però, nella luminosa storia di Amazon ci sono delle ombre: più di una volta l’azienda si è trovata al centro di polemiche sia per le condizioni dei suoi dipendenti, che devono sottostare a ritmi di lavoro insostenibili, sia per illeciti fiscali e per sanzioni comminate dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato.
La società ha sempre negato le accuse, sottolineando piuttosto le ricadute economiche che i centri Amazon hanno su occupati e indotto, ma ha sempre pagato le multe e recentemente ha aumentato la paga minima oraria dei suoi dipendenti. Si profila pertanto una nuova sfida per Amazon: innovare il mondo dell’economia, garantendo eque condizioni di lavoro a impiegati e collaboratori e rispettando i principi della leale concorrenza. Spero che possa riuscirci così come Bezos, grazie alla tenacia, all’impegno e alla pazienza, ha potuto vincere quasi tutte le sue battaglie per l’innovazione, realizzando i propri sogni da imprenditore e piantando semi che hanno dato un abbondante raccolto.
Riccardo Palazzo
One thought on “JEFF BEZOS: LA SFIDA DELL’INNOVAZIONE”
Complimenti, articolo molto interessante 👏🏻👏🏻👏🏻