Il settore della produzione della pasta alimentare
L’Italia è un punto di riferimento per produzione, consumi ed esportazioni nel settore della pasta. Le esportazioni sono destinate alla Francia seguita da Germania, Inghilterra, USA e Giappone con un fatturato superiore a 2 miliardi di euro. L’Italia conserva la leadership mondiale nella produzione di pasta (3,5 milioni di tonnellate) seguita dagli Stati Uniti (2 milioni), dal Brasile (1,1 milioni), dalla Russia (1 milione) e dalla Turchia (850 mila).
L’industria nazionale, responsabile della trasformazione della materia prima, è leader di mercato a livello globale, potendo vantare 350 molini, più di 120 pastifici e circa 300 formati di pasta differenti, con uno sprint della produzione che negli ultimi due decenni è pressoché raddoppiata.
Il pilastro italiano della produzione di pasta è Barilla: il gruppo di Parma che nel 2017 ha fatturato poco meno di 3,5 miliardi di euro, confermandosi primo produttore di pasta al mondo, grazie anche al marchio Voiello. Però ne abbiamo altri, come il pastificio De Cecco, che ha avviato un’impresa in Abbruzzo e ha registrato, nel 2017, un fatturato di 436 milioni di euro. A questi si aggiungono imprese di minori dimensioni d’eccellenza: Divella, in Puglia, con un fatturato superiore ai 300 milioni di euro, Granoro, con un fatturato di 70 milioni, i pastifici Martino e Garofalo.
Dato dal Rapporto sull’industria alimentare in Italia, il suo comparto alimentare rappresenta il primo settore manifatturiero italiano per fatturato globale, con circa 140 miliardi di euro, e il secondo per numero di imprese (di cui il 98% di queste, sono di piccole dimensioni). Grazie alla crescita in termini di qualità, questo settore, continua ad aumentare la diffusione delle esportazioni alimentari italiane nel mondo. La qualità è data dallo sviluppo e dalla sostenibilità dei processi produttivi, dei prodotti e dei modelli business. Questo tipo di sviluppo ha indotto delle piccole imprese ad investire in innovazione per continuare a tutelare i mercati esteri, presentando prodotti accompagnati da certificazioni che garantiscono qualità, sicurezza e sostenibilità.
Le certificazioni aziendali sono dei titoli di riconoscimento che attestano un prodotto, un servizio conforme ai requisiti specificati. Le imprese del settore alimentare, sono le meno attive in ambito di comunicazione non finanziaria, mentre, al contrario, sono le migliori in relazione alle certificazioni che attestano in CSR (certificazione ISO-Vision, certificazione di qualità del prodotto, certificazione di corretto smaltimento dei rifiuti e Codice etico).
Tra i pastifici italiani che rappresentano un modello virtuoso di produzione. Un esempio da menzionare è, sicuramente, il pastificio Garofalo, il primo pastificio di Gragnano, per grandezza, qualità e volume, con un fatturato di circa 160 milioni di euro e un’offerta sui mercati italiani e internazionali di oltre 80 formati di pasta. Dal 2001 ad oggi, Garofalo ha mirato all’innovazione con l’offerta di un’ampia scelta, composta da 4 linee di prodotti:
- Pasta di semola di grano duro;
- Pasta di semola di grano duro integrale;
- Pasta senza glutine;
- Pasta di legumi.
Al giorno d’oggi, si sono aggiunte la pasta fresca imbottita e la pasta di legumi, così soddisfano le richieste e i gusti di una vasta fascia di consumatori.
In base ai risultati raggiunti nei mercati esteri, il pastificio ha aperto alcune società con lo scopo di seguire lo sviluppo di alcune aree:
- Portogallo;
- Spagna;
- Africa;
- Medio Oriente;
- Francia
La comunicazione, dell’impegno di Garofalo per la sostenibilità, avviene attraverso la pubblicazione sul sito web dei documenti, in cui l’impresa comunica il proprio impegno per la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei propri lavoratori. Gli obiettivi di miglioramento sulla salute e sicurezza del lavoro vengono comunicati diffondendo e condividendo a tutti i livelli aziendali, affinché ogni fase e processo dell’attività avvenga nel rispetto delle leggi vigenti. A questo proposito, Garofalo ha portato a selezionare e valutare fornitori invitati a sottoscrivere una ‘Lettera di impegno ai requisiti SA 800’ , accettata dal 90% di essi.
Oltre a questo, l’azienda sta progettando di ridurre l’impatto ambientale della fabbrica, mantenendo e migliorando la qualità per ridurre al massimo le conseguenze della produzione sull’ambiente. A tal fine, da oltre dieci anni, realizza imballaggi di cartone con carta riciclata. Inoltre contribuisce tramite donazioni a delle iniziative sociali legate soprattutto al territorio in cui risiede il sito operativo.
Janushiya Singarajah