COCO CHANEL, L’INTRAMONTABILE
Chi l’ha conosciuta durante gli splendori della sua folgorante carriera non avrebbe mai detto che Coco Chanel, all’anagrafe Gabrielle Bonheur Chanel, fosse di umili origini. Eppure, la donna destinata a rivoluzionare la moda e il concetto stesso di femminilità nacque il 19 agosto 1883 in un ambiente familiare caratterizzato da privazione e sofferenze. Rimasta orfana di madre e abbandonata dal padre, fu cresciuta dalle suore dell’orfanotrofio del Sacro Cuore a Parigi. Qui imparò l’arte sartoriale e a 18 anni iniziò a lavorare come sarta presso la “Maison Grampayre”.
Lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore di Notre Dame e approfondite con la zia Louise. In quegli stessi anni, intraprese una breve carriera come cantante presso un caffè-concerto di Moulins. Sembra che il soprannome Coco derivi dalla canzone Qui qu’a vu Coco?, in cui Gabrielle si esibiva, tanto che nel locale tutti la chiamavano Coco.
Quello stesso anno conobbe il suo primo amore, Etienne de Balsan, che fu anche il suo finanziatore. Nel 1909, infatti, iniziò la sua carriera creando cappellini sobri e discreti, realizzati in paglia e decorati con piccoli nastri di raso, assoluta novità rispetto a quelli sontuosi e ingombranti in voga in quel periodo.
Nel 1913 aprì il suo primo negozio, cui seguirono le boutique di Parigi e di Deauville. Tre anni dopo, nel 1916, aprì il suo salone di alta moda a Biarritz e nel 1920 il mitico atelier “Rue Cambon” a Parigi. La ciliegina sulla torta arrivò nel 1923, quando Chanel debuttò con la profumeria e creò “Chanel n.5”.
Ma quello per cui Chanel sarà sempre ricordata sono le innovazioni apportate nel modo di vestire delle donne: è lei che nel 1954 crea la giacca femminile in tweed, un rivoluzionario tessuto originario della Scozia, fino ad allora usato solo per l’abbigliamento maschile. A lei si deve la comodità di cui tutte le donne poterono godere grazie all’uso del jersey, un tessuto dalla straordinaria morbidezza. Per non parlare de “la petite robe noire”, cioè l’intramontabile tubino nero considerato ancora oggi, dalle donne di tutto il mondo, sinonimo di eleganza e raffinatezza.
Il grande amore di Coco fu Arthur Capel, che la aiutò nel lancio del suo lavoro, ma che la abbandonò improvvisamente a causa della sua morte prematura in un incidente stradale. Questa perdita lasciò Coco afflitta dal dolore e prostrata; fu grazie al sostegno della sua cara amica, nonché consigliera, Misia Sert che Coco riuscì a superare il dolore e andare avanti con la sua vita. L’amica la portò in viaggio a Venezia e qui la giovane stilista trovò nuovi motivi di ispirazione che la resero il mito che è oggi.
Da quel momento, viaggiando per il mondo, trovò ispirazioni per le sue collezioni proiettate verso il futuro, ma con uno sguardo sempre rivolto al passato. Si cimentò anche nel campo degli accessori, per i quali, al contrario degli abiti, usava uno stile molto estroso. Ancora oggi è famosa la “Chanel 2.55”, la borsa più copiata al mondo.
Neanche lo scoppio della guerra farà tramontare questa stella spettacolare, perché, nonostante tutte le difficoltà, tornerà nel 1954 più forte che mai e continuerà a stupire tutti con la creazione del tailleur in maglia, scelto da moltissime donne di tutto il mondo, dalle più famose, come Jackie Kennedy, a quelle meno note.
Questa meravigliosa donna, icona di eleganza senza tempo, divenuta un mito, si spense il 10 gennaio 1971 nella sua suite all’Hotel Ritz di Parigi all’età di 87 anni. Ancora oggi, dopo 50 anni dalla sua morte, rappresenta un’icona intramontabile per le donne di tutto il mondo.
Maria Vittoria Girgenti
Sitografia:
“Coco Chanel, la vera…”, in lofficielitalia.com
“Coco Chanel”, in www.wikipedia.org
One thought on “COCO CHANEL, L’INTRAMONTABILE”
Che bello attraverso il giornale della nostra scuola approfondire la conoscenza di alcuni personaggi che hanno contribuito allo sviluppo culturale della società.
Grazie.