La storia degli anime giapponesi
Molti sono gli appassionati di cartoni animati giapponesi, o, per meglio dire, di anime, ma quanti ne conoscono la storia?
La parola “anime” deriva da animeshon, traslitterazione del termine inglese animation, e in Giappone indica tutte le opere animate. In Occidente il vocabolo indica genericamente le produzioni animate giapponesi.
Inizialmente gli anime erano delle vignette disegnate su lavagne e filmate, ma nel corso degli anni la tecnica si perfezionò notevolmente, la carta fino ad allora utilizzata venne sostituita dai fogli di celluloide, nel 1914 fu realizzato il primo cortometraggio e, nel 1931, il primo cartone animato sonoro con le voci di attori famosi. Tra il 1917 e il 1945 furono prodotti almeno 400 filmati andati poi perduti a causa della guerra e della censura. Durante il secondo conflitto mondiale purtroppo gli anime furono utilizzati come strumento di propaganda militare: i filmati, senza alcuna qualità artistica, mostravano i soldati giapponesi che affrontavano i nemici americani in una cornice di violenza e razzismo.
Dopo la guerra, nel 1957, nacque la Toei Animation che diventerà uno degli studi d’animazione più importanti al mondo e che ancora oggi è in attività. Il suo fondatore, Hiroshi Takahata, si era posto l’obiettivo di far diventare il suo studio “la Disney dell’Est” ed è riuscito perfettamente nel suo intento anche grazie alla creazione di “Hakujaden”, il primo lungometraggio a colori ispirato, per quanto riguarda la tecnica, ai film di Walt Disney.
Negli anni ’60 del secolo scorso nacque una vera e propria industria intorno al mondo degli anime: è in questo periodo, infatti, che un gran numero di persone cominciò ad appassionarsi a questo genere di storie grazie alla produzione delle prime serie animate create per essere trasmesse in televisione.
In questi stessi anni, Osamu Tezuka, che agli inizi della sua carriera aveva lavorato per la Toei, fondò un suo studio di animazione, la Mushi production, che ebbe vita breve, terminò la sua attività nella prima metà degli anni ’70, ma che rivoluzionò il mondo dell’animazione giapponese, proponendo anime con storie innovative, come la serie di “Astro Boy”, che raccontava le avventure di un bambino-robot, e “Kimba, il leone bianco”, primo film a colori molto vicino agli standard della Disney.
Nello stesso periodo vide la luce la serie “Tetsujin 28-go” che segnò la nascita del genere “mecha”, il genere fantascientifico robotico i cui protagonisti sono robot di dimensioni straordinarie, sempre superiori a quelle umane, comandati da almeno un pilota presente all’interno della loro struttura metallica.
Negli anni ’70 il mercato degli anime crebbe moltissimo e vennero prodotte serie televisive, come “Lupin III”, “Mazinger Z” “Heidi” o “I Barbapapà”, che ebbero un grande successo non solo in Giappone ma in tutto il mondo.
Gli anni ’80 costituiscono l’epoca d’oro degli anime: le storie narrate divennero più complesse, molti lavori furono pubblicati direttamente per il mercato home video (OVA, “original video animation”), raggiungendo un’elevata qualità tecnica e, prendendo spunto da un manga, venne realizzato il celeberrimo anime “Dragon Ball” il cui protagonista, seguito dall’infanzia fino all’età adulta, affronta le più svariate avventure mentre si allena nelle arti marziali ed esplora il mondo, incontrando molti amici e combattendo contro numerosi antagonisti che minacciano la pace dell’universo.
In questi anni inoltre si affermò la cultura degli Otaku, i giovani appassionati in maniera ossessiva di fumetti e animazione giapponese.
Negli anni ’90 vennero realizzati alcuni anime che ebbero un grande successo in tutto il mondo: “Dragon Ball Z”, “Sailor Moon” e “Pokemon”.
Oggi, con l’affermazione di Internet, il popolo degli appassionati può vedere le serie in contemporanea con il Giappone e, utilizzando determinate piattaforme, come VVVVID, può seguire i cartoni animati giapponesi in streaming e gratuitamente grazie alla pubblicità.
Tra i vari generi di anime, i più amati dai ragazzi sono gli shonen, cartoni destinati agli adolescenti in cui il protagonista affronta varie prove per cercare il proprio posto nel mondo. Particolarmente avvincenti sono gli shonen “One piece”, ”Bleach” e “Naruto”.
Come appassionato, consiglio a tutti di guardare gli anime. Le storie non sono così banali come potrebbe sembrare, in realtà coinvolgono ed emozionano e permettono di trascorrere il tempo piacevolmente, stimolando la fantasia.
Alessio Forestieri